La Nuova Sardegna

Olbia

Tv 5 Stelle, 7 mesi senza stipendio adesso i dipendenti dicono basta

Tv 5 Stelle, 7 mesi senza stipendio adesso i dipendenti dicono basta

Svolta nella vertenza per il mancato pagamento delle spettanze da parte dell’editore: sospeso il tiggì Protesta sotto la sede. Giornalisti e tecnici: è stato raggiunto il limite, non può finire nell’indifferenza

18 dicembre 2014
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OLBIA. «Ci ha detto che se non abbiamo i mezzi per andare al lavoro, possiamo restarcene a casa»: sono increduli, amareggiati, i tredici dipendenti della televisione 5Stelle Sardegna nel raccontare la risposta avuta dall’editore-proprietario Gianni Iervolino alla richiesta, nemmeno pretenziosa, di avere per Natale almeno una delle sette mensilità mai erogate. E un piccolo acconto per il carburante dell’auto. Niente da fare, è un “no” deciso su tutta la linea, che non sembra disposto a trattare e ha fatto arrivare la vertenza per la crisi dell’emittente a un punto, forse, di non ritorno, dopo il licenziamento di sette tra giornalisti e tecnici delle sedi periferiche di Sassari, Nuoro e Cagliari. Che naturalmente non ce la fanno più ad andare avanti.

Ieri il segnale di 5 Stelle proponeva un quadro nero, come l’umore dei tenaci giornalisti e tecnici che dal ’78 portano avanti la tv, rimasta l’unica a livello regionale con la testa nel nord dell’isola. «Iervolino ci ha anche fatto divieto di utilizzare gli schermi per rivendicazioni sindacali», hanno spiegato i dipendenti olbiesi, gli unici rimasti, nella conferenza stampa sotto gli uffici della redazione, dalla cui finestra campeggiava un lenzuolo celeste con l’eloquente scritta “7 mesi senza stipendio”. Presenti anche alcuni “esuberi Meridiana”. Il giorno prima era andato in onda solo il comunicato con cui si annunciava l’escalation della protesta, limitatasi per mesi a un tiggì in forma ridotta.

«A tutt’oggi – dice il caporedattore Nardo Marino – con 7 mesi di arretrati e la mancata erogazione di 5 mesi di cassa integrazione in deroga per mancati versamenti Inps. È stato raggiunto il limite oltre il quale non si può andare, lanciamo un appello alla politica che sembra aver perso il suo peso, vediamo se si intende tenere aperta una voce che esiste dal ’78. È grave che tutto possa finire nell’indifferenza generale. Solo la Cisl ci è stata vicina».

E il sindacalista Alberto Farina , con lui anche il segretario Mirko Idili, non ha lesinato critiche alla proprietà, definendo vergognosa la gestione della vertenza (nemmeno una comunicazione ai sindacati) e ricordando a Iervolino che la Cisl gli è sempre stata vicino quando è stata chiamata a risolvere le grane (non ci sarà più la stessa attenzione). Ha anche fatto presente che la tv si appresta a ricevere i finanziamenti per l’editoria e che, a quanto gli risulta, sono stati appena sbloccati dei fondial proprietario. Farina dice di voler coinvolgere il prefetto, ma di non escludere azioni eclatanti. E chiede al Comune di muoversi (c’era solo il il capogruppo di Forza Italia, Marco Piro).

La giornalista Stefania Costa ha dipinto un quadro fosco: si lavora con una sola telecamera e un pc, non esiste una vera struttura commerciale per la pubblicità. E questo nonostante «Iervolino affermi che la tv si deve sostenere da sola». La domanda che ci si pone è se questa tv interessi davvero al suo editore.

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