Mensa dei poveri, la grande famiglia festeggia il Natale
Tra i volontari che hanno offerto il pranzo ai numerosi ospiti anche i nipoti di “Robertino”, il senzatetto morto 15 giorni fa
OLBIA. Tovaglie natalizie, addobbi colorati e un ricco menù. Il giorno di Natale, nella mensa dei poveri di via Angioy, è davvero speciale. Gli invitati al pranzo di festa sono i tanti ospiti che si siedono spesso attorno a quei tavoli, e che arrivano con grandi sorrisi e tanta voglia di stare insieme. Come un’unica e grande famiglia. A rendere più magico quel momento così atteso, che sembra quasi far dimenticare la dura realtà di ogni giorno vissuta da giovani e famiglie intere, sono i volontari del gruppo vincenziano, instancabili e sempre presenti. Per non far mai mancare il sostegno, il calore e l’amore a chi ne ha bisogno.
Ma la mensa dei poveri, quest’anno, ha accolto anche due volontari arrivati dal Sulcis. Sì, perché a dare una mano al gruppo di sempre, per servire ai tavoli, c’era anche una coppia di fidanzati di Carbonia, Fabrizio e Martina. Lui è il nipote di “Robertino”, così come veniva chiamato da tutti, in città, ma il cui vero nome era Roberto Soru. Aveva 49 anni, era originario appunto di Carbonia, ed era morto lo scorso 10 dicembre in una casa che aveva occupato in via Fiume d'Italia, ucciso dal monossido di carbonio sprigionatosi da un caminetto. Era uno spirito libero, Robertino, ma benvoluto e aiutato da tutti. E proprio i volontari del gruppo vincenziano gli davano spesso una mano e lui frequentava con una certa frequenza la mensa.
Fabrizio e Martina lo sapevano. E così hanno così voluto dire grazie a questa città che aveva spalancato le braccia a Robertino e in particolare hanno voluto dire grazie al gruppo vincenziano “per essere stato così vicino a nostro zio”. E allora i due giovani hanno indossato i grembiuli e servito insieme agli altri volontari gnocchetti al ragù, cotolette di tacchino e patate al forno, arance e dolci. Non solo. La giovane coppia ha anche donato 300 euro, dando quindi un prezioso contributo per offrire il pranzo alle 65 persone sedute a tavola e a un’altra quindicina di famiglie in difficoltà che sono rimaste a casa. «I momenti di allegria sono stati tanti - ha raccontato Pinuccia Sini, presidentee del gruppo vincenziano -, ma è stata fortissima anche la commozione, soprattutto quando gli ospiti della mensa hanno chiesto di poter dedicare una preghiera proprio a Robertino. Toccante anche il momento in cui tutti, ma proprio tutti, compresi gli ospiti di altri paesi e altre religioni, si sono scambiati gli auguri».
E’ spuntato anche qualche regalino, che ha fatto spalancare gli occhi dalla gioia ai bambini.
Ma anche il gruppo vincenziano ha voluto ripetere la parola grazie più di una volta. «Abbiamo ricevuto tante donazioni - ha confermato Pinuccia Sini - e i benefattori, molti dei quali anonimi, ci consentono di continuare la nostra opera di solidarietà verso i poveri. Per questo diciamo a tutti grazie. Un grazie particolare va ai Lions senza i quali non sarebbe stato possibile trasferire la nostra mensa (ci sposteremo tre una quindicina di giorni) nei locali del centro umanitario di via Canova. I Lions, con i fondi che hanno messo da parte, sono stati determinanti per noi. E il loro aiuto è stato preziosissimo. Un grazie di cuore, infine, va anche al Comune e soprattutto all’assessore ai Servizi sociali Rino Piccinnu (anche lui ha portato il saluto dell’amministrazione nella mensa di via Angioy il giorno di Natale) con cui operiamo nella massima collaborazione».(s.p.)