Non ci sono risorse, il relitto romano non verrà recuperato
La Soprintendenza: "Lo preserveremo per le generazioni future". La scoperta nelle acque delle Bocche di Bonifacio
OLBIA. Rimarrà nel fondale marino il relitto romano carico di laterizi rinvenuto qualche giorno fa al largo delle Bocche di Bonifacio. A scoraggiare la Soprintendenza ai beni archeologici non è la solo la profondità del mare - 50 metri -, ma soprattutto i costi troppo elevati che ci vorrebbero per riportare a galla la nave. Ad annunciarlo il responsabile della Soprintendenza della Sardegna, Rubens D'Oriano, durante una conferenza nella sede del commissariato della polizia alla presenza del questore di Sassari, Pasquale Errico, e il vice Fernando Spinicci. "Noi siamo chiamati a preservare il nostro patrimonio per le generazioni future - ha detto D'Oriano -. Oggi non è possibile recuperarlo, potrebbe essere una chance per il domani".
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D'Oriano ha confermato l'eccezionalità del rinvenimento: un relitto commerciale intatto, risalente al periodo tra il I e il II secolo d.C., lungo 18 metri e largo 7, con un carico di coppi ed embrici, ancora assemblati come duemila anni fa. Un coppo e un embrice sono stati prelevati dal fondale ed esposti durante la conferenza stampa, a cui hanno preso parte anche Gabriele Paparo, capo nucleo Sdai della Maddalena, ovvero colui che ha fatto la scoperta durante un'immersione, e Nino Lecca, vice responsabile della squadra sommozzatori della questura di Sassari, che hanno effettuato le riprese del relitto ancora integro.