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Olbia, la cellula Al Qaeda progettava un attentato in Vaticano

Un nuovo arresto nell'inchiesta sulla cellula olbiese di Al Qaeda
Un nuovo arresto nell'inchiesta sulla cellula olbiese di Al Qaeda

Secondo gli inquirenti il pachistano arrestato a Fiumicino avrebbe ospitato in città un kamikaze pronto a farsi esplodere a Roma

26 giugno 2015
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OLBIA. Si chiama Siyar Khan, ha 36 anni e sarebbe stato tra i protagonisti dell’attentato al mercato di Peshawar che nel 2009 ha causato 100 morti e 200 feriti l’uomo arrestato dalla Digos di Sassari all’aeroporto di Fiumicino, appena sbarcato da un volo da Islamabad. Il pachistano era sfuggito alla
prima ondata di arresti del 24 aprile quando nell’inchiesta della Dda di Cagliari erano finite in manette 18 persone appartenenti alla cellula di Al Qaeda. Khan, rinchiuso in carcere a Civitavecchia, è accusato di
strage e terrorismo internazionale, oltre che di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

I dettagli dell’arresto sono stati illustrati in una conferenza stampa in questura a Sassari dal questore Pasquale Errico e dal dirigente della Digos Mario Carta. Secondo gli investigatori, Khan aveva il compito di sistemare i nuovi arrivati e nel 2010 avrebbe fornito supporto logistico al kamikaze che, come già noto, doveva mettere in atto un attentato suicida a Roma, forse anche in Vaticano, poi saltato grazie all’attività della polizia.

Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche, risulta infatti che i terroristi avessero progettato un attacco e fra le ipotesi c’era quella di infiltrarsi - hanno registrato gli inquirenti - «tra i fedeli a San Pietro». Il presunto kamikaze, tale Tanvir, sarebbe transitato anche per Olbia.

Ad aprile a Olbia erano finiti in manette i cittadini pakistani Imitiaz Khan, gestore del negozio “Mondo Bazar” e il cugino Wali Sultan Khan, ritenuto il capo della cellula di Al Qaeda scoperta dalla Dda di Cagliari e dagli uomini della Digos di Sassari. L’indagine, avviata nel 2005 dopo la scoperta di un’auto con tracce di esplosivo condotta da ambulanti pakistani al porto di Olbia, aveva portato in cella 12 presunti affiliati all’organizzazione terroristica di Osama Bin Laden, tra i quali Siddique Muhammad, il terzo uomo finito in cella in Gallura.

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