La Nuova Sardegna

Olbia

Un fondo della Regione per ridare fiato all’edilizia

di Alessandro Pirina ; di Alessandro Pirina
Un fondo della Regione per ridare fiato all’edilizia

Il Comune scommette sull’housing sociale per risolvere l’emergenza abitativa Sul mercato i duemila appartamenti invenduti: primi incontri con i proprietari

12 luglio 2015
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OLBIA. Cinquanta milioni di euro per provare a smuovere l'immobilismo del mercato immobiliare. C'è anche Olbia tra i 9 comuni dell'isola che potranno usufruire del fondo per l'housing sociale della Regione. Un maxi investimento che servirà a dare risposte - ma soprattutto una casa a costi agevolati - a quell'esercito di nuovi poveri che anche in Gallura s'ingrossa ogni giorno di più. Ma non solo. L'operazione potrà anche essere una ciambella di salvataggio per i tanti impresari edili travolti dalla crisi del mattone. La Torre sgr, ovvero la società che si è aggiudicata il bando di gara per la gestione del fondo, ha, infatti, invitato a farsi avanti chiunque abbia immobili da cedere. E, infatti, i primi a rispondere all'appello sono stati proprio i titolari di edifici invenduti. Palazzi interi disseminati in tutta la città, con una maggiore concentrazione nelle zone di viale Aldo Moro e Tannaule. Per un totale di oltre duemila appartamenti che non hanno ancora trovato un nuovo proprietario.

Il ruolo del Comune. Nei giorni scorsi in città si sono svolti i primi incontri tra la Torre sgr e gli imprenditori interessati al Fondo. Diversi faccia a faccia per illustrare modalità e termini della selezione. «Ho sollecitato questa società affinché si orientasse anche verso l'acquisto di strutture invendute – racconta il sindaco Gianni Giovannelli –. Per l'economia della città sarebbe un’importante boccata d'ossigeno. Già dal 2007, quando iniziai il mio primo mandato, avevo l'idea di ricorrere all'housing sociale per dare risposte all'emergenza abitativa, ma allora le normative erano molto penalizzanti, del tutto inaccettabili, e tra gli imprenditori non trovai interlocutori. Oggi le condizioni sono cambiate e possiamo ottenere risultati importanti».

Le nuove povertà. Il primo obiettivo dell'housing sociale è ovviamente quello di aiutare a ottenere una casa chi non se la può permettere secondo le ordinarie regole del mercato. «Con questa operazione – dice ancora il sindaco – noi vorremmo andare a coprire quella fascia di persone che non hanno un Isee così basso da essere inseriti nella graduatoria per la casa popolare, ma nemmeno così alto da poterla acquistare al prezzo di mercato. Il nostro obiettivo è andare incontro alle nuove povertà - penso soprattutto a disoccupati, giovani coppie, famiglie separate - che purtroppo crescono di giorno in giorno. Con questo sistema potranno avere una casa a un prezzo calmierato».

Il consumo del territorio. Un terzo elemento che ha spinto Giovannelli a sostenere la Torre è la politica “ambientalista” del Fondo. L’avviso pubblico, infatti, sottolinea come si prediligano costruzioni già realizzate proprio con l’obiettivo di limitare il consumo di ulteriore pezzi di territorio. «Una decisione più che saggia», la definisce il sindaco.

Il termine. C’è tempo fino al 24 luglio per presentare una proposta di housing sociale (tutte le informazioni si possono trovare sul sito www.torresgr.com). «Stiamo cercando di correre il più possibile – racconta Diego Freddi, manager della Torre sgr, leader nel settore della gestione dei fondi, controllata dall’americana Fortress investment e da Unicredit –. L’auspicio è di concretizzare le prime iniziative entro la fine dell’anno, in modo da effettuare le prime consegne nel 2016». Oltre Olbia gli altri comuni interessati dall’housing sociale sono Alghero, Cagliari, Monserrato, Nuoro, Oristano, Quartu, Sassari e Selargius.

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