Case delle lucciole, confermati i sigilli
Il Gip ha convalidato il provvedimento eseguito dalla polizia locale nel residence di Olbiamare. Sei le donne denunciate
OLBIA. Negli appartamenti a luci rosse di Olbiamare restano i sigilli. Il gip Vincenzo Cristiano ha accolto la richiesta del pm, Elisabetta Atzori, e ha convalidato il sequestro preventivo delle case in via Eugenio Montale. Il provvedimento era stato eseguito la scorsa settimana dalla polizia locale. Per il Gip c'è il fondato pericolo «che la libera disponibilità degli appartamenti da parte delle persone sottoposte a indagini possa aggravare o protrarre la conseguenza del reato».
Nei quattro appartamenti sequestrati, a pochi passi dal porto turistico di Sa Marinedda, vivevano sei donne straniere, quattro romene, età media 23 anni, e due cinesi che hanno tra i 45 e i 50 anni. Le donne erano state denunciate per disturbo al riposo e alla quiete delle persone. Tutte avevano rifiutato l’assistenza sociale offerta dal Comune. Secondo le indagini portate avanti dalla polizia locale le ragazze utilizzavano gli appartamenti per prostituirsi. I clienti arrivavano alle lucciole attraverso alcune bacheche on-line. Una breve descrizione in rete del servizio offerto, il numero di telefono e l’indirizzo di casa, a Olbiamare. Un meccanismo ben rodato che aveva fatto lievitare il business del corpo tra i condomini sul mare. E infatti negli ultimi mesi, in via Montale, era aumentato il via vai di persone. A farne le spese i dirimpettai delle lucciole, costretti a subire le conseguenze del mercato del sesso a pagamento. Clienti che suonavano i campanelli sbagliati, litigavano per il parcheggio, contrattavano il prezzo delle prestazioni sotto le finestre, esibivano in modo fin troppo rumoroso la loro passione.
Le indagini della polizia locale erano scattate nel mese di giugno quando, al comando dei vigili, si erano presentati due amministratori di condominio della zona di Olbiamare. Disperata la loro richiesta di aiuto e la denuncia di una situazione di continuo disturbo della quiete pubblica. Con una convivenza insostenibile tra famiglie e clienti ubriachi, che contrattavano in modo disinvolto i costi delle prestazioni sessuali consensuali. E poi litigi, urla a tutte le ore. Dopo due mesi di indagini gli agenti della polizia locale al comando di Gianni Serra sono entrati in azione all'alba. Hanno denunciato le sei donne che occupavano gli appartamenti di via Montale. Nessuna accusa nei confronti dei proprietari, tutte persone che vivono nella penisola e che, al momento, risultano essere all'oscuro della fabbrica a luci rosse. Gli appartamenti erano stati messi sotto sequestro dai vigili, provvedimento confermato dal giudice.
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