Olbia piange Piero Livi, decano dei registi sardi
Si è spento a 90 anni a Roma. Tra i suoi film più celebri "Pelle di bandito", "Dove volano i corvi d'argento" e "Sos laribiancos"
OLBIA. Piero Livi, decano del cinema sardo, si è spento a Roma all'età di novant'anni. Fatali i postumi di una broncopolmonite che l'aveva costretto a un ricovero in ospedale. Tra 20 giorni le sue ceneri saranno portate a Olbia Maestro del neorealismo,
Livi era nato a Olbia il 1 aprile 1925, ma da tempo viveva a Roma. Lunghissima la sua carriera. Corrado Pani, Regina Bianchi, Flavio Bucci e Anna Galiena. Sono solo alcuni dei tanti attori che Piero
Livi ha diretto nei suoi lungometraggi. Ma spesso i veri protagonisti delle sue opere erano gli olbiesi, i suoi stessi concittadini.
Il primo nome che viene in mente è quello di Matteo Maciocco, fondatore insieme al regista e ad altri amici del Cineclub di Olbia. Maciocco fu il protagonista di tutti i corti di Livi. Come «La riva», oppure il pluripremiato (anche a Cannes) «Marco del mare». Fortissimo il legame con la sua città, Olbia, che nel 2007 rese omaggio a maestro dedicandogli un libro ("Un regista indipendente", a cura di Marco Navone e Piero Mura), una mostra e una esaustiva rassegna cinematografica nella splendida cornice dell'Arena Michelucci.
Nei suoi film più conosciuti scorrono le immagini più belle del neorealismo sardo: dal capolavoro "Pelle di bandito", ispirato alla vita di Graziano Mesina, a "Dove volano i corvi d'argento", da "Sos laribiancos - I dimenticati" a "Maria sì".