La Nuova Sardegna

Olbia

Dirigente comunale replica alle accuse: «Qualifica regolare»

Anna Maria Manca esibisce le carte e passa al contrattacco: «L’autorità giudiziaria ora faccia luce sullo scritto anonimo»

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OLBIA. Il palazzo comunale di Olbia come un “nido di corvi”, secondo la definizione letteraria cara al nuorese Salvatore Satta nel capolavoro “Il giorno del giudizio”. Un pozzo di veleni teatro di battaglie combattute anche a suon di lettere anonime diffamatorie. Roba da corvi, appunto. E la palla passa ora alla magistratura. L’ultimo caso è quello delle insinuazioni nei confronti della dirigente storica del Comune, Anna Maria Manca, oggi alla guida del settore Affari generali e personale: non avrebbe sostenuto il concorso per dirigente e non potrebbe dunque ricoprire quell’incarico. La lettera, come da prassi, è finita sul tavolo del sindaco, del segretario comunale, del procuratore della Repubblica e della Corte dei conti. E apriti cielo.

«Il contenuto dello scritto anonimo, depositato da ignoti nella stanza della dottoressa Gabriella Palermo, e del tutto falso – spiega l’avvocato Giuseppe Longheu, difensore di Anna Maria Manca – la dottoressa Manca, infatti, ricopre legittimamente la qualifica dirigenziale per averla acquisita mediante un legittimo provvedimento del comune di Arzachena presso cui la medesima prestava servizio, deliberato nel 1994. Insieme alla Manca nell'occasione acquisirono la dirigenza anche i responsabili all'epoca delle aree amministrativa, demografica, bilancio e personale, tecnica, quasi tutti ancora in servizio nel Comune in questione. Preciso, comunque, che la mia assistita, successivamente al rinvenimento della lettera ha chiesto all'autorita giudiziaria di far luce sul mistero dell'autore dello scritto diffamatorio, depositato nella stanza della dottoressa Palermo e prontamente trasmesso da quest'ultima alle autorita competenti, nonostante fosse a conoscenza, per ovvie ragioni del suo ufficio, sia della legittimità della qualifica della collega, sia dell'obbligo di non propalare notizie diffamatorie, specie se contenute in scritti anonimi che le sono pervenuti».(red.ol.)

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