Bosco: «Ecco i segreti della mia pizza»
Il locale tempiese ha ottenuto“tre rotelle” ed è ancora inserito nella guida Gambero Rosso
TEMPIO. Anche per il 2016, il nome di Massimo Bosco si troverà nella guida alle migliori pizzerie italiane del Gambero Rosso. La pizza in teglie del pizzaiolo tempiese è tra le migliori d’Italia e ha ottenuto “tre rotelle” dall’importante guida gastronomica italiana.
Il riconoscimento è stato ritirato ufficialmente nei giorni scorsi a Napoli, dal pizzaiolo di Carbonia, naturalizzato tempiese, che si è presentato con la divisa nera e la bandiera sarda cucita sul petto.
Appena rientrato in città, però, non ha perso tempo e si è rimesso subito al lavoro, continuando la sua attività di formazione con i giovani.
Qual è il segreto della sua pizza in teglia ancora considerata tra le migliori di tutta Italia?
«Sicuramente la scelta delle materie prime. Utilizziamo farine biologiche, macinate a pietra naturale. Poniamo al primo posto la salute di chi ci sceglie, dei nostri clienti. Prima la qualità, quindi, rispetto al guadagno. Chi mangia i miei prodotti mangia sano. Facciamo lunghe lievitazioni anche di 72 ore, a vantaggio della digeribilità e della leggerezza».
Che ingredienti usa?
«Prepariamo noi i lieviti per la pizza e per il pane. E, quando possiamo, utilizziamo anche le farciture con prodotti locali: verdure, formaggi, salumi. Per alcune delle farine, ci rivolgiamo a un nostro fornitore di fiducia. Il resto lo prendiamo invece senza intermediari, direttamente dai Molini selezionati, che lavorano artigianalmente a stretto contatto con i contadini».
Ricevere il premio proprio a Napoli, patria della pizza, dev’essere stata una grande emozione...
«E’ una riconferma che premia un lungo e duro lavoro, il mio lavoro e di chi collabora con me. A loro va dunque un grande grazie a cominciare da Claudia Manconi mia socia in affari, Antonio Sechi mio braccio destro, Andrea Ruiu, Francesco Mele e Franca Serra. Tutte persone per me importantissime. Ricevere il premio a Napoli, poi, credo sia il massimo per noi del settore. Gambero Rosso non poteva scegliere posto più rappresentativo».
Visto che dà anche lezioni ai più giovani, quale consiglio darebbe a chi vuole intraprendere questo mestiere?
«Da anni preparo giovani affinché possano affrontare questo mestiere. Ci vuole fame nel conoscere tutti gli aspetti. Dal passare una scopa per terra a condurre allo stato dell'arte un impasto. Ci vuole tanta umiltà e perseveranza, rispetto per i clienti ed essere a conoscenza che se sbagli puoi fare seriamente male alle persone: con il cibo non si scherza. E poi, bisogna studiare chimica di base per rendersi conto di quello che si fa». (s.d.)