La Nuova Sardegna

Olbia

Portisco, aperte le buste: l’offerta è di otto milioni

di Marco Bittau
Portisco, aperte le buste: l’offerta è di otto milioni

Svolta nell’asta bandita da Invitalia per la vendita dei porti turistici dello Stato La società è iscritta nel bilancio della holding per 15 milioni, ma ne vale circa 25

28 settembre 2015
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OLBIA. Due offerte d’acquisto per Marina di Portisco e il rischio di una clamorosa svendita è sempre più reale. Sono ancora poche le notizie che trapelano dopo l’apertura delle buste con le offerte per i cinque porti di proprietà della holding pubblica Invitalia controllata dal ministero del Tesoro. Nel caso di Portisco – poco meno di 600 posti barca, insieme a Capri uno dei gioielli all’asta – l’offerta più alta è stata presentata dall’imprenditore Renato Marconi, ex socio di Italia Navigando, che sul piatto avrebbe messo appena 8 milioni di euro, circa la metà del valore in bilancio del porto olbiese (15 milioni) e meno di un terzo del valore reale stimato sul mercato (25 milioni).

Adesso la parola passa alla commissione aggiudicatrice, composta da professionisti esterni alla holding Invitalia, che dovrà esprimere un giudizi di congruità sulle offerte in busta. Per l’agenzia del Tesoro è una brutta gatta da pelare: se l’offerta sarà giudicata congrua la “Marina di Portisco spa” di fatto sarà svenduta. Se, invece, l’offerta sarà valutata non congrua allora per Invitalia sarà tutto da rifare

Per Portisco, comunque, il futuro è incerto, nonostante il marina diretto da Vasco De Cet anche questa stagione abbia fatto registrare numeri in crescita rispetto all'anno scorso (+10% con buona performance soprattutto del segmento internazionale). Il problema è quello di un bando trappola che non ha fissato il prezzo base d'asta consentendo ai potenziali acquirenti di avanzare offerte ben al di sotto del valore reale dei porti e addirittura al di sotto di quello iscritto in bilancio dalla stessa Invitalia.

Nel caso di Marina di Portisco, è noto che la società (partecipata al 100% da Invitalia) ha un capitale sociale di 7.7 milioni di euro ed è iscritta nel bilancio della società controllate per 15 milioni di euro. Il valore reale stimato di Portisco è però intorno ai 25 milioni. È evidente che chi compra per meno di 15 milioni fa un affare. Marina di Portisco, infatti, oggi ha appena 14 anni di concessione (fino al 2029), cioè un tempo insufficiente per ripagare l'investimento con i ricavi del porto. È anche vero però che la stessa “Marina di Portisco spa” ha in corso l'istanza di proroga della concessione e presto potrebbe recuperare il suo reale valore. Insomma, l’affare è nell’aria: si vende per poco facendo un regalo a un acquirente che in poco tempo potrebbe veder raddoppiato il valore della società. Si sfrega già le mani Renato Marconi, l'ex socio di Italia Navigando, che Invitalia ha dovuto liquidare pagando una buonuscita di 16 milioni dopo una lunga battaglia legale. Proprio con quei 16 milioni Marconi ha presentato offerte per tre (Portisco, Capri e Roccella Ionica) dei cinque porti Invitalia in vendita all’asta. In pratica c’è il rischio che riesca a ricomprarsi i porti dello Stato con i soldi dello Stato.

Dal canto suo, di fronte ai sospetti incalzanti, Invitalia già prima dell’apertura delle buste ha precisato che «la Commissione sta lavorando e ne aspettiamo le decisioni. Possiamo però rassicurare che nulla verrà svenduto. La procedura è in corso e non possiamo che riservarci eventuali azioni a tutela della sua regolarità, qualora i legali dovessero intravederne la necessità».

@marcobittau

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