La Nuova Sardegna

Olbia

Il ponte sulla circonvallazione ritorna nell’occhio del ciclone

di Walkiria Baldinelli
Il ponte sulla circonvallazione ritorna nell’occhio del ciclone

Arzachena, la struttura di Su Mulinu sopra il Rio San Giovanni è un tappo in caso di forti piogge Le opposizioni: dal 2011 l’area è inserita tra quelle a rischio, va adeguato alle mutazioni climatiche

14 ottobre 2015
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ARZACHENA. Finisce sotto accusa il ponte sulla circonvallazione, in località Lu Mulinu. Costruito 18 anni fa, per molti è divenuto un pericoloso tappo che ostacola il deflusso delle acque. Sotto scorre il rio San Giovanni che lambisce la periferia del paese e sfocia nel golfo di Arzachena. Dopo l'alluvione del primo ottobre la struttura è finita sotto la lente di ingrandimento dell'amministrazione comunale ma anche dei tecnici incaricati da alcuni cittadini e imprenditori, intenzionati a costituire un comitato ad hoc per risolvere il problema. Per fare piena luce sulla vicenda si sarebbero già rivolti a un legale.

«Non sono un tecnico – dichiara il sindaco, Alberto Ragnedda –. Ho così incaricato il responsabile comunale e i professionisti dell'ente di approfondire tutti gli aspetti legati al ponte della circonvallazione. Alla nostra amministrazione prima di tutto interessa garantire l'incolumità dei cittadini e di quanti transitano nella zona». Alle istituzioni era stato chiesto di programmare un intervento risolutivo già due anni fa, dopo il violento passaggio del ciclone Cleopatra. Anche allora il fiume, gonfio di acqua, ruppe gli argini invadendo i terreni circostanti, abitazioni e aziende.

«L'area è inserita tra quelle a rischio idrogeologico dal 2011 – afferma il consigliere di minoranza Angelo Filigheddu –. La struttura va sicuramente adeguata alle nuove portate dei flussi d'acqua. Il ponte all'epoca fu costruito di sicuro secondo le norme, negli ultimi anni però il clima è cambiato, si registrano ripetuti cicli di pioggia torrenziale».

«Non ci troviamo più di fronte a eventi calamitosi imprevedibili – commenta il capogruppo di “Arzachena concreta”, Efisio Onali –. Già due anni fa avevamo affrontato in aula consiliare i problemi nelle zone a rischio idrogeologico. Maggioranza e minoranze concordarono un'azione concreta di sostegno a cittadini e imprese. Spenta l'eco sul passaggio del Cleopatra non se ne parlò più. Eppure era stato detto che si sarebbero aiutate le aziende con detassazioni e incentivi. Che fine ha fatto quell'atto? Le zone a rischio vanno mappate – sottolinea -. Vanno fatte costanti manutenzioni di pulizia degli alvei e rimossi tutti i detriti e quanto ostacola il passaggio delle acque nelle aree sia pubbliche che private. Il Comune deve fornire un supporto tecnico in tal senso, dare indicazioni precise ai cittadini. Le situazioni si possono risolvere, anche se alcuni interventi sono onerosi non sono impossibili».

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