La Nuova Sardegna

Olbia

Polo universitario, meno fondi regionali di Nuoro e Oristano

di Antonello Palmas
Polo universitario, meno fondi regionali di Nuoro e Oristano

L’assessore regionale Morandi, ex presidente e fondatore: «Occorrono progettualità pluriennale e indicatori precisi»

15 novembre 2015
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OLBIA. I corsi di alta formazione di Management della ristorazione e di Digital Marketing del turismo hanno evidenziato come anche le sedi universitarie gemmate siano in grado di produrre eccellenze. E a maggior ragione fa discutere la ripartizione dei finanziamenti della Giunta regionale che ha previsto per il polo olbiese fondi decisamente sproporzionati rispetto ad altre realtà: su un totale di 5 milioni e 640 mila euro, l'assessorato alla cultura ha destinato la fetta più grossa alle sedi decentrate di Nuoro (scienze ambientali, forestali e biologiche, master su sanità, gestione aziendale e beni culturali) e di Oristano (servizi turistici, tecnologie agricole e la scuola di specializzazione in archeologia). Solo 640 mila euro all'università di Sassari per i corsi olbiesi, Alghero addirittura è stata tagliata fuori.

Che ne pensa Francesco Morandi, assessore al turismo di quella Giunta, ma sino a qualche mese fa presidente del Polo universitario olbiese, una sua creatura? «Lo dice a me che l'ho fondato 13 anni fa? – sorride – Il punto è questo: l'università decentrata è secondo me fondamentale per il territorio, a condizione che ci siano vocazioni molto specifiche. Olbia è un esempio di come si possa fare alta formazione in un settore molto definito, non un’offerta generalista ma molto specialistica. Questo è anche il successo della sede e la sua attrattività».

E allora perché queste differenze nella distribuzione delle risorse? «Una parte di quelle che la Regione mette a disposizione vanno anche alla sede di Olbia, sono un po' di più rispetto allo scorso anno, ma uguali rispetto a due anni fa. Il problema non è quante risorse si danno, ma lavorare sui progetti. I soldi non sono mai tanti o pochi, dipende da come vengono usati e da cosa si vuole fare. E la mia impressione personale è che Olbia abbia una progettualità molto definita, considerato l’investimento nei corsi di alta formazione nel corso di laurea magistrale in economia aziendale».

Quindi che fare? «Quello che mi aspetto è che per il prossimo anno venga chiesto alle sedi gemmate (non è competenza mia, ma dell'assessorato alla cultura) un progetto pluriennale per capire in che modo e in che forma la Regione può dare un sostegno. Ben vengano comunque iniziative come questa che aiutano la sede a restare attiva e mostrano come ci sia valore nella formazione fatta in Sardegna». E ancora: « Il problema è identificare degli indicatori per attribuire le risorse – spiega –. Da anni mi batto per trovare la forma giusta. Se si arriva a fine anno nell'attribuzione dei fondi, questa avviene su base storica, per coprire semplicemente i costi. Se invece si avrà la lungimiranza di programmare con gli indicatori giusti per stabilire quanto dare e a chi, si otterranno risultati migliori. Non è complicato, penso che ci arriveremo».

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