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Olbia

Biancareddu: «Legittimato il tribunale»

Biancareddu: «Legittimato il tribunale»

Il sindaco difende il polo giudiziario cittadino. Un detenuto: «Bella giornata, nessuno è un’isola»

18 dicembre 2015
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TEMPIO. Che il consiglio comunale di ieri mattina non fosse un semplice incontro burocratico per sancire l’avvio di una “pratica”, lo si è capito subito, un mese fa, quando il sindaco Biancareddu rese nota la volontà di tenere un consiglio comunale all’interno della Casa di reclusione di Nuchis. Trovarsi però di fronte ai potenziali “fruitori” di una “istituzione” qual è la Giustizia riparativa e ascoltare i loro interventi è stata una sorta di pugno allo stomaco.

Carla Ciavarella. È accaduto, ieri mattina, durante la riunione del Consiglio comunale di Tempio, mai così coeso, pur nella netta distinzione dei ruoli fra maggioranza e opposizione. «Un momento storico, un momento bello ed importante per diversi fattori - ha commentato il direttore Carla Ciavarella -. Il consiglio comunale si è tenuto all’interno del carcere, ha approvato l’atto di indirizzo per la nomina del garante e infine la partecipazione dei detenuti ai lavori del Consiglio. Questo significa anche crescita e integrazione con la città e con il territorio. Oggi per la Giustizia riparativa è stato fatto un ulteriore passo avanti».

Polo Giudiziario «Come amministratori e come abitanti di questo territorio - ha detto il sindaco Biancareddu - crediamo fermamente nell’applicazione della Giustizia riparativa. Quanto accaduto oggi a Nuchis - dice ancora Biancareddu, che ringrazia quanti cooperano al buon andamento del progetto, ivi compresi gli agenti della Polizia penitenziaria, da sempre sotto organico e per questo, da qualche mese, in stato di agitazione) - legittima le rivendicazioni di Tempio quando decisamente chiede il mantenimento in città del Polo giudiziario». Biancareddu si dice orgoglioso per aver deliberato anche, l’atto di indirizzo per la nomina del Garante dei diritti delle persone detenute, definito «atto di civiltà e di giustizia».

Monica Liguori. «Decisamente emozionata, così come l’’intero consiglio - dice il consigliere di minoranza di Tempio Libera, l’avvocato Monica Liguori -. Altre volte ho avuto occasione, qua dentro, di partecipare ad altre splendide iniziative. Farlo con un consiglio comunale così intenso e importante colpisce molto».

Enrico. La maggiore emozione all’intera platea però è arrivata da Enrico. Un “ospite” della Casa di reclusione di Nuchis (come ama definire i detenuti il direttore Carla Ciavarella), studente di filosofia all’Università di Sassari, fine dicitore, grande studioso che non disdegna il dibattito ed il confronto. «Se l’elaborazione di un progetto, come quello della Giustizia riparativa, è fatta da una Comunità - ha detto Enrico, - la stessa contribuisce a crearla. Ampliare l’elaborazione, così come da tempo si sta facendo in questo territorio e codificare tale comportamento con una storica riunione del Consiglio, significa rafforzare il discorso e raddoppiare ed unire la Comunità. Nessun uomo è un’isola, ha detto Enrico citando un poeta inglese. Non chiedere mai per chi suona la campana. Essa suona per te». (a.m.)

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