La Nuova Sardegna

Olbia

Verso le elezioni

Olbia, cinque consiglieri bocciano il sondaggio di Forza Italia

Giuseppe Fasolino, commissario di Forza Italia in Gallura
Giuseppe Fasolino, commissario di Forza Italia in Gallura

Piro, Fiori, Altana, Pinna e Casalloni: "Nizzi il preferito? Questo rilevamento vale come l'oroscopo"

28 dicembre 2015
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OLBIA. Il sondaggio commissionato dal commissario Giuseppe Fasolino per tastare il polso agli elettori olbiesi in vista delle elezioni comunali di maggio, e che ha premiato come più gradito dal campione preso in esame Settimo Nizzi,  non piace neanche all'interno di Forza Italia. In un comunicato, i consiglieri comunali Marco Piro, Michele Fiori, Marzio Altana, Tiziano Pinna e Giovanni Casalloni, bollano senza pietà il rilevamento. "Lo si può paragonare _ scrivono _ a gli oroscopi che si leggono quotidianamente sui giornali".  Questo il testo integrale del comunicato dei 5 consiglieri forzisti. "In merito al sondaggio commissionato dall’onorevole Giuseppe Fasolino , commissario di Forza Italia della Gallura, sulle intenzioni di voto dei cittadini olbiesi alle prossime elezioni amministrative, riteniamo doveroso chiarire la nostra posizione che, dal primo momento nel quale tale strumento è stato proposto, ci ha visti contrari al suo utilizzo per numerosi motivi".

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 "Da diversi anni in Italia _ si legge ancora _ si parla di “flop dei sondaggi politici” e i macroscopici errori in tutte le competizioni elettorali svoltesi negli ultimi 5 anni hanno suscitato un acceso dibattito tra gli stessi operatori del settore che non si stancano di mettere in guardia rispetto ad un loro utilizzo “predittivo”, rimarcando che il sondaggio valuta esclusivamente il momento nel quale viene svolto. Da qui nasce la nostra prima perplessità, non riteniamo infatti che un sondaggio fatto prima che siano chiari i contendenti possa avere alcun valore se non quello di valutare una popolarità personale peraltro scontata.
Inoltre nei sondaggi condotti attraverso interviste telefoniche, come nel nostro caso, il tasso dei rifiuti a rispondere è altissimo, creando un grave effetto distorsivo nel campione. Se si aggiunge che “nel nostro paese la popolazione sopra i 18 anni non presente negli elenchi telefonici utilizzati (in quanto priva di telefono fisso familiare o con numero telefonico non pubblicato) ammonta al 40% di tutti gli individui, con punte superiori al 50% per alcuni segmenti, come i giovani fra i 31 – 40 anni che non  compaiono negli elenchi per il 57%” (T. Poggio e M. Callegaro, Italy, in Telephone Surveys in Europe: Research and Practice, a cura di S. Hader, M. Hader e N. Kuhne, Springer, 2012), si capisce meglio la nostra contrarietà.
Questi ed altri motivi fanno dire ad uno dei massimi esperti di metodologie e ricerche sociali, Piergiorgio Corbetta: “La mia conclusione è che il sondaggio telefonico di previsione del voto è uno strumento oggi irrecuperabile sotto il profilo scientifico (o comunque anche solo dal punto di vista di una ragionevole attendibilità di buon senso comune)”.
"Fin qui le perplessità sullo strumento in generale _ aggiungono i 5 _ , perplessità che si sono trasformate in certezza alla lettura delle domande poste dagli intervistatori. Il sondaggio contiene infatti molte di quelle domande che Elio Brusati, il padre della ricerca statistica in Italia, definiva “devianti”, cioè tali da poter influenzare, con la loro forma o per i riferimenti che contengono, la risposta di una parte egli intervistati. Tali non possono che essere definite domande nelle quali una delle risposte appare indorata da connotazioni di tipo virtuoso, o quelle nelle quali uno degli schieramenti che si confrontano è rappresentato da un numero diverse volte superiore di componenti. Se aggiungiamo i gravi errori di conoscenza del territorio dimostrati dai sondaggisti (tra tutti l’assenza dell’Upc di Antonio Satta e il riferimento a Monti per i Riformatori Sardi), non possiamo che concludere che, a nostro avviso, il valore di questo sondaggio non è dissimile a quello dell’oroscopo giornaliero".

 

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