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Chessa: «L’imposta di soggiorno necessaria per garantire servizi a Olbia»

Serena Lullia
Chessa: «L’imposta di soggiorno necessaria per garantire servizi a Olbia»

L’assessore al Bilancio soddisfatto per l’approvazione del tariffario in vigore da aprile a ottobre Il Comune critica invece la tassa di sbarco: 6 euro su ogni biglietto, ma all’ente vanno le briciole

04 gennaio 2016
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OLBIA. Democratica, low cost e soft. L’assessore al Bilancio, Ninni Chessa, commenta così il varo dell’imposta di soggiorno. Scatterà il primo aprile e si pagherà fino al 31 ottobre. «L’obiettivo è migliorare il sistema di servizi da destinare al settore turismo e alleggerire i costi che fino a oggi sono stati a carico dei soli cittadini – afferma Chessa –. Grazie al contributo dei vacanzieri potremo mantenere alto e incrementare il livello del servizio offerto. Fino a oggi, per troppo tempo, gli olbiesi hanno sostenuto da soli il peso di una città turistica. È arrivato il momento che contribuisca anche chi, di quei servizi beneficia».

Sette i mesi in cui sarà obbligatorio pagare l’imposta. Il balzello va da un minimo di 1 euro per ogni giornata in campeggio, a un massimo di 5 euro per la villa di lusso. 1,30 gli euro chiesti per alloggiare in alberghi uno, due e tre stelle, agriturismo, affitta camere, bed & breakfast; 1,50 nei quattro stelle, case vacanze, residence, alloggi in affitto. «La delibera della giunta dà seguito all’istituzione dell’imposta come votata dal Consiglio comunale, passando alla definizione delle tariffe – aggiunge Chessa –. Un risultato che arriva in accordo con gli albergatori, con i quali abbiamo fatto numerosi incontri dalla fine di settembre. Ogni anno la giunta dovrà stabilire le tariffe dell’imposta».

Chessa è soddisfatto del tariffario. «Una imposta bassa. A Olbia la permanenza media del turista è tre giorni e mezzo – afferma –. Se alloggia in un quattro stelle dovrà pagare 4,50. Cifra davvero irrisoria. Abbiamo voluto mantenere alto, con 5 euro al giorno, solo il soggiorno nelle ville di lusso. A Roma di euro se ne pagano 6 euro a notte».

Ogni turista che alloggerà in hotel o in una casa in affitto riceverà la Olbia card, una carta fedeltà. «Nelle prossime settimane con gli albergatori metteremo a punto un sistema di agevolazioni riservate ai vacanzieri – conferma l’assessore –. Il punto di partenza del ragionamento è dato dalle strutture a disposizione, musei, siti archeologici, mezzi di trasporto. La card dovrà servire anche per incentivare gli arrivi in città. A fronte di 2milioni di passeggeri che arrivano in aeroporto solo 500mila restano a Olbia. Numeri molto bassi rispetto al flusso complessivo».

Chessa difende l’imposta di soggiorno il cui ricavato, circa 2 milioni di euro all’anno, verrà utilizzato dal Comune per migliorare i servizi turistici. L’assessore critica invece la tassa di sbarco, di cui al Comune vanno le briciole. «I turisti la pagano già oggi sul biglietto aereo, 6 euro all’andata e 6 euro al ritorno – conclude –. Al Comune di Olbia viene versato quasi nulla. Nel 2014 poco più di 45mila euro. Il resto va prevalentemente allo Stato. Questa tassa all’inizio era di un euro. Nasceva come contributo per le città che ospitano gli aeroporti. I passeggeri usano servizi, strade, spiagge, i cui costi però sono a carico dei comuni».

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