La Nuova Sardegna

Olbia

Il tappo autorefrigerante è una invenzione olbiese

di Giandomenico Mele
Andrea Monaco
Andrea Monaco

Andrea Monaco ha già brevettato il sistema alla Camera di commercio «Mi sono dovuto rivolgere all’estero per trovare i potenziali finanziatori»

07 aprile 2016
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OLBIA. Professione inventore, ma a rischio estinzione. Nel secolo dei social, della globalizzazione, delle idee in movimento, quelle che si fermano sono poche. Almeno a Olbia l'inventore è mestiere duro: in un circuito fatto di intuizioni, che diventano brevetti, che cercano sempre i soldi per passare dal mondo virtuale a quello reale. Ma davanti alla necessità di idee fresche, Andrea Monaco applica il principio alla lettera: le sue sono fresche, anzi fredde. Lui, olbiese doc, è un inventore ormai di professione e lo è diventato partendo, come spesso succede in questi casi, da un bisogno: mantenere fresche le bevande. Non con un frigo, evidentemente. Ma con qualcosa che contenga quel liquido e ne abbassi la temperatura. Nasce così circa 5 anni fa la bottiglia autorefrigerante. Da lì una cascata di idee che porta all'ultimo brevetto depositato a Sassari pochi mesi fa: il tappo autorefrigerante. «Mio padre 15 anni fa, in una giornata in cui eravamo andati a pescare, aprì una lattina di aranciata e disse: benedetto il giorno in cui qualcuno inventerà una bevanda che si raffredda da sola». Da lì la famosa lampadina che si accende. Mesi e anni di sperimentazioni, pensando a un supporto che faccia calare la temperatura del liquidi contenuti, con un calo termico dai 10 ai 20 gradi.

Il brevetto. Nasce così la bottiglia autorefrigerante. Un sistema consente di abbassare la temperatura di una bibita introdotta dentro la speciale borraccia da 30 gradi fino anche a 5 gradi in un solo minuto. Ma c'è un problema. Il complesso sistema fatto di un componente reagente ("la polverina magica", dice Monaco) che attiva una sorta di membrana che trasmette il freddo alla bibita, occupa troppo spazio: su un litro di liquido, quello che resta bevibile è solo la metà. Antieconomico. La paura più grande per il perfetto inventore. Così nasce il nuovo brevetto depositato nel novembre scorso: un "tappo con camera di raffreddamento unico blocco per buste e contenitori". In pratica, una camera di raffreddamento che inserita in un semplice (e poco ingombrante) tappo può essere applicata a qualsiasi bottiglia.

Caccia ai finanziatori. Come in un film di spionaggio, il pericolo è "cinese". Monaco dosa ogni parola, per la paura che il suo brevetto venga ingurgitato dai meccanismi della globalizzazione. «Non voglio che i cinesi me lo copino, anche se è difficile. Stiamo lavorando sul perfezionamento del componente reagente con americani e tedeschi - spiega Monaco - per sviluppare il progetto anche su bottiglie usa e getta». Ma per farlo servono i soldi. «A Olbia non hanno capito le potenzialità del progetto, dunque mi sono rivolto all'estero – continua Monaco – ci sono tanti potenziali finanziatori perché l'invenzione garantisce prestigio e fatturato».

Nuovi sviluppi. Il brevetto, però, avrà dei seguiti. Il sistema refrigerante si presta a diverse applicazioni. «Pensiamo all'uso sportivo, con i caschi dei motociclisti o a quello militare, dove siamo in grado di abbassare la temperatura programmata all'interno degli equipaggiamenti delle forze armate – sottolinea Monaco – come valutiamo anche applicazioni mediche». Professione inventore, sperando che alla fine le idee paghino.

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