La Nuova Sardegna

Olbia

Migranti ad Aglientu, monta la protesta

di Sebastiano Depperu
Migranti ad Aglientu, monta la protesta

Nasce un comitato, municipio ancora occupato. La frazione di Santa Maria: «Siamo isolati, da noi non c’è più posto»

01 maggio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





AGLIENTU. Dopo le voci su un imminente arrivo dei migranti in una struttura ricettiva nel comune di Aglientu, il sindaco Antonio Tirotto avant’ieri sera ha convocato un consiglio comunale aperto. L’assemblea si è conclusa in maniera costruttiva, ma con l’occupazione della sala consiliare ad oltranza da parte di un comitato di cittadini che si sono rifiutati di abbandonare il municipio sinché non avranno garanzie certe sulla gestione degli arrivi. E sono lì da due giorni. «Mi prendo l’impegno – ha detto Tirotto - di farmi portavoce con le istituzioni nazionali della gravità del problema per Aglientu, garantendo che finché non vi sarà chiarezza sulla situazione profonderò il massimo impegno affinché le procedure vengano temporaneamente sospese».

L’assemblea è stata molto partecipata. Circa 200 persone hanno affollato la sala. Dopo il dibattito riservato ai consiglieri, c’è stata la discussione aperta a tutti dalla quale è scaturito che le procedure e le modalità impostate per fronteggiare l’emergenza migranti risultano inadeguate in territori come Aglientu: “Un flusso tale mal si pone con i numeri dei residenti. Si parla di 80 migranti su 1200 abitanti. La comunità di Aglientu si è dimostrata sensibile al fenomeno dei migranti, ma chiede una modifica delle procedure di accoglienza con un prefetto per garantire integrazione”.

Sindaco e amministrazione si sono detti disposti a valutare tutte le proposte che arriveranno nei prossimi giorni dagli abitanti, che chiedono a gran voce un dialogo con Stato e prefetto. Dal comitato parla Laura Crivelli: «Vivo con mio marito disabile nella frazione di Santa Maria. Mi faccio portavoce della situazione. La nostra preoccupazione nasce dal fatto che il turismo rurale si trova in una frazione che conta 16 persone: 4 bambini, 1 disabile grave e una ultra novantenne invalida, distribuiti in case sparse qua e là. Siamo distanti 10 chilometri da Aglientu, non c'è l'adsl e la tv si può vedere solo con Sky o tvsat. I cellulari sono spesso coperti dalla linea francese, il primo bar è a 5 chilometri, non ci sono mezzi pubblici di collegamento e siamo rimasti isolati più volte in caso di pioggia. Praticamente una prigione a cielo aperto. Si vocifera l'arrivo dai 60 ai 75 migranti o profughi su una comunità di 12 adulti, cosa sproporzionata». Ancora: «Inoltre, ci troviamo a stretto contatto con il turismo rurale, ci divide una rete alta un metro e a oggi abbiamo visto solo gran fermento nella struttura, scarico mobili, persone che lavorano ma il sindaco non ha ricevuto nessuna comunicazione ufficiale. Inoltre la struttura non sarà gestita dalla proprietà stessa ma da una terza societa. Vogliamo sederci a un tavolo per poter trovare la miglior soluzione per l'emergenza e per poter offrire a queste persone un inserimento, anche transitorio, che credo sia possibile solo riducendo il numero a Santa Maria, distribuendoli anche nel resto del territorio».

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative