La Nuova Sardegna

Olbia

Capotesta, il ministero riduce i confini dell’Amp

di Walkiria Baldinelli

Santa Teresa, i tecnici dell’Ispra hanno definito le aree a mare soggette ai vincoli Il prossimo passo alla Regione. E la minoranza vuole il referendum consultivo

21 maggio 2016
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SANTA TERESA. Si riduce di alcuni chilometri l’estensione dell’istituenda Area marina protetta di Capo Testa-Punta Falcone. Il primo punto della linea che delimita l'Amp non coincide più col vicino comune di Aglientu, così come sul lato opposto l’ area di salvaguardia è prima di Valle dell’Erica. Le novità sono emerse nell’incontro con la popolazione voluto dal Comune.

Nuova perimetrazione. Le modifiche sono state fatte dai tecnici dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) a seguito delle osservazioni, una sessantina in tutto, presentate da privati, enti e istituzioni. I professionisti, che per mesi hanno studiato la zona, rispetto alla bozza iniziale non hanno usato matite per riperimetrare la carta ma pennarelli indelebili. Perché ormai, con l’illustrazione pubblica al teatro comunale Mandela la fase tecnico-scientifica del progetto è ufficialmente conclusa.

Piccole modifiche. Oltre a una riduzione dei confini geografici e alle modifiche delle linee di demarcazione nelle aree da tutelare, la bozza iniziale è stata affinata senza grandi cambiamenti. La zona A, cioè quella di maggiore protezione, rimane concentrata sulla secca del Diavolo, a ovest di Capo Testa. Inoltre sono stati lasciati fuori dal perimetro della futura Amp alcuni chilometri di costa in prossimità del vicino comune di Aglientu. «La modifica più importante – spiega il dirigente di ricerca dell’Ispra, Leonardo Tunesi – è costituita dall’estensione dell'Area marina protetta lungo le coste sud occidentali del comune di Santa Teresa e da alcuni affinamenti rispetto all’estensione delle altre zone previste».

Le osservazioni. Tunesi spiega che sono state inviate circa 60 osservazioni alla bozza iniziale. «Fra queste, due proposte di zonazione alternative – racconta –; quattro pareri contrari all’istituzione dell’Amp, 2 favorevoli. Altre due le richieste di prorogare il termine per la presentazione delle osservazioni (la scadenza era agosto 2015). 42 attestazioni di sostegno a una delle due proposte alternative».

L’iter. «I prossimi passi del processo di istituzione della futura Amp dovranno essere condotti dal ministero dell’Ambiente – dice Tunesi – che in futuro provvederà ad avviare la richiesta di intesa alla Regione per istituire l’Amp di Capo Testa-Punta Falcone, e di parere alla Conferenza unificata Stato-Regione». Nel frattempo il gruppo di minoranza “A cara a ventu” annuncia formalmente che inizierà una raccolta di firme il referendum consultivo per capire «se ci sia o meno la reale volontà dei cittadini di subire questo modello di Amp o di concordarne uno alternativo. I teresini devono essere protagonisti del loro futuro».

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