La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, fuoco in un capannone della zona industriale

Tutta la zona industriale è stata invasa da una nuvola di fumo nero
Tutta la zona industriale è stata invasa da una nuvola di fumo nero

L'incendio è partito dall'impianto fotovoltaico sul tetto di uno stabile in costruzione nell'area della Marbo

05 giugno 2016
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OLBIA. Fuoco nella zona industriale della città. Un grosso incendio è scoppiato nel primo pomeriggio del 5 giugno sul tetto di un capannone della Marbo ancora in costruzione, a pochi metri dall'azienda madre.  Le fiamme sono partite dal tetto, forse a causa di un corto circuito dell'impianto fotovoltaico, e in pochi minuti la zona industriale è stata invasa da un'immensa nuvola di fumo nero.

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Sul posto si sono precipitate immediatamente alcune squadre dei vigili del fuoco, che hanno operato anche con le autogru. Un lavoro duro e faticoso, anche perché una parte del solaio è crollata. Il capannone in costruzione appartiene a Gianni e Bianca Jervolino e all'interno si trovano diversi macchinari che vengono utilizzati dall'altra azienda di famiglia (la Clea) e che potrebbero essere stati seriamente danneggiati.

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Non si conosce l'entità dei danni, ma sono sicuramente ingenti. La certezza per ora riguarda la natura del rogo: non è infatti doloso.. Solo nel tardo pomeriggio le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco, con i quali hanno collaborato anche i carabinieri e gli uomini della polizia municipale.

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Già tre anni fa, in un'altra azienda di Gianni Iervolino, scoppiò un incendio (anche in quel caso non doloso). Il fuoco si sviluppò nella ex Biancasarda, l’azienda fondata dall’Aga Khan nel 1963 e passata poi a  Iervolino nel 1976. La lavanderia industriale,  “divisione resort” della Clea (si occupa del settore alberghiero) era stata in parte distrutta dal fuoco partitonella zona dei macchinari da stiro ed essiccatori. Nel momento in cui divamparono le fiamme (era il 26 novembre del 2013)  l'azienda stava lavando la biancheria degli sfollati dell'alluvione.
 

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