La Nuova Sardegna

Olbia

Tavolara, un’isola d’oro: vale 11 milioni all’anno

di Serena Lullia
Tavolara, un’isola d’oro: vale 11 milioni all’anno

Le attività legate alla fruizione delle coste sviluppano un giro di affari in crescita La salvaguardia della natura convive con immersioni subacquee e diportismo

07 luglio 2016
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OLBIA. Il paradiso fa girare l’economia. L’area marina di Tavolara nutre di bellezza gli occhi e di soldi le tasche. Tutte le attività legate alla fruizione delle coste protette, dalle immersioni al noleggio di gommoni passando per il trasporto di passeggeri valgono oltre 11milioni di euro all’anno. Il calcolo per il 2015 non comprende tutto il movimento legato alla vacanza pianificata per vivere il paradiso di Tavolara. Quindi hotel, ristorante, shopping. Un business valutato in 10 milioni e mezzo di euro.

I conti in tasca. L'Amp ha fatto i conti in tasca alla natura. Ha cercato cioè di capire quanto il valore ambientale del mare e delle coste, quindi la loro salvaguardia si traduca in soldoni nel momento del suo uso sostenibile. «Per arrivare a questo risultato è stato fatto un lavoro complesso – spiega il direttore Augusto Navone – che ha visto in una prima fase la catalogazione di tutte le informazioni in possesso dell’Amp, la creazione di un database bibliografico a cui si è aggiunta una analisi dei dati presenti negli atenei. Questo materiale ha permesso di fondare le basi per uno studio innovativo come la contabilità ambientale».

Fotocampionamenti. Per due volte alla settimana, una nei giorni feriali e una nel week end l’Amp è stata immortalata dall’alto. Le immagini aeree hanno permesso di realizzare dei fotocampionamenti. Dalla conta delle imbarcazioni ancorate o in transito si è passati al calcolo dei flussi su base annua. I dati sono stati illustrati nel corso di un convegno. «Il primo dato – ha spiegato Sergio Bucci, della società di consulenza Sps – è che non c’è conflitto tra il diportismo nautico e le visite guidate subacquee. Le seconde si concentrano per lo più nella parte esterna di Tavolara, alla Secca del Pala e a Punta Levante a Molara».

Un mare di barche. Nel 2015 hanno solcato le onde dell’Amp 36mila unità, cifra in crescita rispetto al 2014. Le motivazioni vanno cercate sia nella congiuntura economica migliore, sia nelle condizioni del tempo. Ovviamente è stato valutato anche l’impatto che tutte queste imbarcazioni hanno sul fragile ecosistema dell’area marina protetta. «Emerge che la maggior parte delle unità àncora su fondali sabbiosi, che hanno quindi bassissimi livelli di impatto – aggiunge Bucci –. Le imbarcazioni più grandi che hanno l’obbligo di stare più lontane dalla costa vanno ad ancorare su fondali più delicati. Al campionamento aereo abbiamo associato anche delle interviste ai diportisti per capire la loro sensibilità ambientale. L’86,5% per cento ha dichiarato di cercare fondali sabbiosi per gettare l’ancora mentre solo il 6% ha detto di fare questa operazione in modo del tutto casuale». Nel 2015 è stato calcolato un volume di affari del diportismo nautico pari a 9,3 milioni di euro.

Noleggio. E chi la barca non ce l’ha, può sempre optare per la formula del paradiso a noleggio. Nel 2015 sono stati stipulati 5773 contratti e trasportate 29mila persone. Il limite giornaliero stabilito dal regolamento dell'Amp è di 1923 persone. Nella giornata di picco massimo si è raggiunta quota 700, ben al di sotto del limite massimo consentito.

Diving e trasporto. Vale invece 600mila euro il business delle visite guidate subacquee. 560mila euro quello del trasporti di passeggeri. Numeri in aumento nonostante la riduzione degli operatori. Nel 2015 sono stati trasportati 21.226 adulti e 3479 minori.

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