La Nuova Sardegna

Olbia

Il sistema Saturno delle scatole cinesi per vendere i beni

Così, atti pubblici alla mano, è avvenuta la vendita della Costa Smeralda. I beni di Porto Cervo (4 alberghi extralusso, la marina, 2300 ettari non edificati) erano controllati da Colony Sardegna,...

31 luglio 2016
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Così, atti pubblici alla mano, è avvenuta la vendita della Costa Smeralda. I beni di Porto Cervo (4 alberghi extralusso, la marina, 2300 ettari non edificati) erano controllati da Colony Sardegna, società con sede in Lussemburgo. I suoi soci erano Colony Capital (32%, di Tom Barrack, nella foto), Colony Smeralda partner (52%, quota divisa tra numerosi investitori), Qatar (14%, quota schermata con una società alle Cayman). Il socio di maggioranza era dunque Colony Capital. Era lui, Barrack, a vendere al Qatar. Non lo fece con Colony Sardegna, ma con altre tre sue società lussemburghesi. La prima era Colony Luxembourg, attiva dal 2002, che costituì Colmarket sarl. Che a sua volta costituitì Colcom sarl. Una scatola dietro l’altra (lo definivano “sistema Saturno”) tutto in pochi giorni nell’ottobre del 2011. Piccole operazioni finalizzate alla doppia vendita della Costa Smeralda. La prima cessione il 2 aprile 2012: Colony Sardegna vendette la Costa Smeralda a Colcom per 360 milioni. Gli americani insomma vendettero a se stessi. Due giorni dopo (il 4 aprile) sempre gli americani (con Colcom) cedettero la Costa Smeralda al Qatar. Per una cifra di poco inferiore ai 360 milioni.

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