I vecchi fari in affitto ai privati l’Isola Bocca resta ancora al palo
La struttura non è inclusa nel nuovo bando dell’Agenzia del demanio e del ministero della Difesa Il progetto di affidamento mira alla valorizzazione ambientale, culturale e turistica del patrimonio
OLBIA. Il faro dell'Isola Bocca per ora resta il luogo della memoria e immagine da cartolina della città. Rimangono infatti chiusi nel cassetto i propositi di affitto a privati per progetti di valorizzazione, con la creazione di strutture per il turismo: da ristoranti e centri benessere a luoghi dove svolgere attività culturali e rispettose dell'ambiente. Dopo la prima tornata di assegnazioni, relative a 11 fari di proprietà dello Stato, attraverso l'Agenzia del demanio e il ministero della Difesa, uno dei simboli di Olbia era stato inserito nella ristretta lista di beni potenzialmente cedibili ai privati. Ma i fari sardi sono rimasti fuori dall'elenco dei nuovi asset di pregio distribuiti sul territorio nazionale, che potranno rivivere come dimore uniche attraverso una rete nazionale dedicata al turismo sostenibile, alla natura, alla cultura e all'ambiente. L'Agenzia del demanio ha riaperto la procedura denominata "valorizzazione in concessione" nell'ambito del progetto "Valore paese fari", che attualmente vede la vendita di undici fari. Nel progetto c'erano anche quelli sardi: a partire da Olbia e Capo Testa a Santa Teresa. Il portafoglio scelto è costituito da 10 fari in gestione a Difesa servizi spa.: tra cui Capo Rizzuto, Ponza e Pantelleria.
Il faro dell'isola Bocca è uno di quei beni in quota all'Agenzia del demanio che potrebbero essere dati in concessione a privati. In piedi resta un progetto, anche se a questo punto si tratta di capire se verrà inserito in uno dei prossimi bandi. «Ogni anno bisognerebbe lanciare una nuova chiamata», ha ribadito il direttore dell'Agenzia Roberto Reggi. Il faro dell'isola Bocca di Olbia è stato inserito nel portafoglio dell'Agenzia del demanio, all'interno del programma "Valore paese-Dimore", nella selezione che prevede il percorso mare e relax. Oltre a quello di Olbia, l'elenco contiene per la Gallura il faro di Capo Ferro (Arzachena), la batteria militare di Capo d'Orso (Palau), il faro di Capo Testa (Santa Teresa Gallura). Il modello che punta alla valorizzazione dei fari si chiama, con termine anglosassone, "lighthouse accomodation", rispettoso dell'ambiente e del paesaggio costiero interessato. In coerenza con i principi dell'iniziativa, i fari potranno accogliere attività turistiche, ricettive, di ristorazione, ricreative e promozionali, insieme ad iniziative ed eventi di tipo culturale, sociale e sportivo. La procedura è divisa in lotti e non su base d'asta. L'Agenzia del demanio si riserva di individuare il contraente sulla base dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ma con un criterio che privilegia la qualità e la compatibilità ambientale del progetto. La durata della concessione va da un minimo di 6 anni a un massimo di 50.
©RIPRODUZIONE RISERVATA