La Nuova Sardegna

Olbia

Gallura unita: è rivolta contro la siccità

di Dario Budroni
Gallura unita: è rivolta contro la siccità

Non c’è più acqua nel Liscia. Istituzioni e politici chiedono che la commissione regionale Lavori pubblici si riunisca in città

17 settembre 2016
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OLBIA. La Gallura senza più rappresentanza si ritrova unita in un luogo simbolo: l'aula consiliare dell'ex provincia Olbia-Tempio. Ci sono sindaci, consiglieri regionali, un deputato, sindacati, associazioni di categoria. Tutti chiedono alla Regione immediati interventi per risolvere la crisi idrica che asseta i campi e preoccupa le aziende. L'assemblea è stata organizzata dal Tavolo della associazioni della Gallura. A fine mattinata è stato preparato un documento unitario: il territorio è in stato di agitazione.

Innanzitutto si chiede la convocazione a Olbia della commissione regionale dei Lavori pubblici. Se la Regione non dovesse accogliere la richiesta, la Gallura scenderà in piazza. Quale è il problema? Nel bacino del Liscia ci sono meno di 30 milioni di metri cubi d’acqua. La Regione è accusata di non avere realizzato nuove infrastrutture (a basso costo) capaci di recuperare le acque reflue e di intercettare quelle del Padrongianus e di Monte Tova.

Vertenza Gallura. Mirko Idili, segretario territoriale della Cisl, legge il documento che chiude l'assemblea. «La Gallura è in stato di agitazione perché ogni anno, qui, finiscono in mare 200 milioni di metri cubi di acqua. L'inerzia della Regione potrebbe causare gravi danni al sistema produttivo locale. Diamo mandato ai consiglieri regionali di portare qui la commissione Lavori pubblici». Commenta: «Se non verremo ascoltati, tireremo fuori elmetto e scarpe grosse per prepararci alla marcia».

La grande sete. I settori sono tutti rappresentati. Gregorio Raspitzu, Confagricoltura, parla anche a nome di Cia e Coldiretti: «Tra siccità e restrizioni dell'erogazione la semina si è ridotta del 40%. Se non ci ascolteranno, porteremo i trattori in piazza». Coldiretti e Confagricoltura avevano anche chiesto lo stato di calamità. Giacomo Meloni, Confartigianato, spiega: «Anche l'intero mondo delle imprese è seriamente minacciato». Sulla stessa linea Giuseppe Contu di Confindustria. La segretaria della Cgil Gallura, Luisa Di Lorenzo, è preoccupata: «Pensiamo anche alle scuole, agli ospedali, al turismo. Non possiamo accontentarci di servizi parziali». Filippo Sanna (Agci) parla a nome delle coop: « Allevamenti e agricoltura sono a rischio, da Monti a Berchidda, da Tempio a Olbia». Marco Marrone, presidente del Consorzio di bonifica della Gallura, è soddisfatto: «Finalmente siamo tutti uniti in questa battaglia. Nel tempo abbiamo presentato varie proposte alla Regione, ma inascoltati».

La politica. Il deputato del Pd Gian Piero Scanu scalda l'aula: «La sete ha risvegliato un territorio che è istituzionalmente apolide. Rivediamoci al più presto e buttiamo giù un documento netto, chiaro, preciso. Altrimenti nessuno ci ascolterà». Il consigliere regionale Giuseppe Fasolino, Forza Italia, alza la voce: «Ormai ci hanno tolto tutto. È il momento di farci sentire forte e chiaro». Il collega Giuseppe Meloni (Pd) non si tira indietro: «Servono due interventi. Il primo per uscire dall'emergenza, il secondo a medio e lungo termine». Giovanni Satta, consigliere dell'Uds, è il promotore dell'idea di riunire a Olbia la commissione regionale: «Serve un confronto serrato, invitiamo anche Pigliaru». Deciso il sindaco di Olbia Settimo Nizzi: «Invitiamo la Regione e facciamo vedere che siamo sardi come loro. Servono pochi soldi per risolvere la situazione». Per Tempio c'è l'assessore Gianni Addis: «L'unità è importante perché l'acqua è un bene fondamentale per ogni settore».

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