La Nuova Sardegna

Olbia

Rally Costa Smeralda sulla via del turismo: una grande occasione

di Dario Budroni
Rally Costa Smeralda sulla via del turismo: una grande occasione

Operatori e studiosi riuniti in convegno sono d’accordo: l’evento aiuta i flussi di fine stagione, ma si può fare di più

02 ottobre 2016
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OLBIA. Le strade sterrate e le sgommate in curva fanno bene. La città prende vita e il lungomare si trasforma in una parata di stand e auto colorate. Il rally Costa Smeralda ha come base Olbia e per gli operatori del territorio è l'occasione giusta per parlare di turismo a 360 gradi. Così la presentazione ufficiale della storica manifestazione sportiva è stata anche accompagnata da una serie di iniziative collaterali tutte mirate a intercettare l’attenzione degli olbiesi e, soprattutto, dei turisti di settembre e ottobre.È il caso del seminario svolto l’altro ieri all’Hotel President per fare il punto sullo stato di salute del sistema turistico locale.

Il patron del Costa Smeralda, Carmelo Mereu della Great events Sardinia, ha tutte le intenzioni di far crescere l'evento, dialogando innanzitutto con i paesi del nord Europa. Un impegno apprezzato dagli operatori. Fabio Fiori, presidente del consorzio degli albergatori di Olbia, vede nel rally un importante passo verso l'allungamento della stagione. «Il rally non a caso viene organizzato in un periodo in cui il tempo è ancora bello, ma lontano dal pienone di luglio e agosto - spiega Fiori -. Veniamo da una ottima stagione, forse la migliore degli ultimi 8 anni. Ora però dobbiamo migliorarci ancora, specializzarci di più, stare al passo con i tempi». Giacomo Del Chiappa, docente universitario, analizza invece i benefici di una manifestazione come il rally. «Gli eventi generano sempre una certa visibilità. Inoltre, in questo caso, il rally riesce a portare in Gallura i visitatori e poi i piloti, con familiari e staff - commenta -. Se l'evento dura 3 giorni, i visitatori rimangono sempre qualche giorno in più. Chi viene solo per il rally, vede le bellezze locali e magari un domani torna a visitare l'isola». All'incontro ha partecipato anche l'archeologa Paola Mancini, che ha fornito chiare indicazioni sul turismo archeologico: «Il monumento in sé non è un attratore, a parte alcuni siti che si trovano in location e contesti particolari. Quindi bisogna fare un po' come il rally: creare dei percorsi, fare sistema, inserire in siti una rete a tema». Massimo Masia, del Cipnes, ha invece parlato del progetto Insula, che sarà un mega contenitore di idee e produzioni. Luigi Gana, operatore turistico, ha parlato di come il paese di Aggius sia riuscito ad acchiappare i turisti puntando su storia, sapori e tradizioni.

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