La Nuova Sardegna

Olbia

Monito della Chiesa al giubileo dei politici «Troppe divisioni»

di Angelo Mavuli
Monito della Chiesa al giubileo dei politici «Troppe divisioni»

Dibattito con polemiche sul tema della Misericordia Sanguinetti: la diffusa litigiosità danneggia il territorio

06 novembre 2016
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TEMPIO. Chi si aspettava che il giubileo dei politici, sindaci, parlamentari e amministratori del territorio, potesse essere solo uno scambio di cordialità istituzionali, sicuramente è andato deluso. Il giubileo dei politici, fortemente voluto dal vescovo Sanguinetti, in maniera laica, è stato un “giubileo” vero. Un incontro cioè nel quale laici, credenti, agnostici e indifferenti si sono dovuti confrontare sul termine Misericordia, avendo però come metro di riferimento non le loro persone ma l’impegno profuso per il popolo.

Intervento Laico. E il confronto, l’esame di coscienza come qualcuno l’ha chiamato, è avvenuto non su basi strettamente politiche (che competono altri spazi e altri confronti) ma avendo al centro dell’attenzione il rapporto e il dialogo umano tra persone unite dalla comune responsabilità nell’ambito della “res pubblica”. L’incontro, inizialmente, si è tenuto nel salone del palazzo comunale. Dopo i saluti del sindaco Andrea Biancareddu e del vescovo, Il giubileo ha preso l’avvio con il dotto e appassionato intervento di Riccardo Rossi, procuratore emerito della Repubblica, avente come tema: “La Misericordia nell’amministrazione della cosa pubblica”. «Il mio - ha detto in apertura il magistrato - è un intervento laico. Da 50 anni io non prego più e da laico farò le mie considerazioni». Considerazioni sulla Misericordia a volte condivise altre volte meno e su qualcuna delle quali lo stesso vescovo ha poi chiesto, delucidazioni.

Legnate politiche. Non meno dotta ma altrettanto discussa la relazione del parroco della Cattedrale di Tempio sulla “Misericordia nelle relazioni intra territoriali”. Don Tamponi, conscio del ginepraio in cui andava a pararsi lo ha fatto dall’alto della sua cultura, senza risparmiare le critiche a una amministrazione della res pubblica, che, detto in estrema sintesi ma con molti esempi, «non ha ancora capito, neanche dove stia di casa “la Misericordia nella “res pubblica”. E’ misericordia - ha chiesto ad un tratto -, non dare un ponte a Tempio per arrivare al porto o non mandare un goccio d’acqua ad Olbia per dissetarsi?» Parole che bruciavano come gocce di pece infuocata e che hanno accesso per circa mezzora un dibattito mai concluso.

Ultima chiamata. Il giubileo si è poi trasferito in cattedrale con l’intervento del vescovo: «Sono portato a credere - ha detto alla fine il vescovo dopo una serie di riflessioni -, che l’eccessiva frammentazione territoriale e campanilistica, la mancanza di unità e di coesione del territorio, nella difesa dei suoi diritti e nella proposta di progetti unitari e convincenti, la difficoltà a far prevalere il concetto di “bene comune” sui corti e miopi interessi di parte, la diffusa litigiosità e la contrapposizione su tutto, siano fra le cause di un lento e inarrestabile ritorno alla marginalizzazione del territorio. Segni evidenti di questo sono: l’arretramento d’importanti presìdi dello Stato e dell’Amministrazione della cosa pubblica e l’esigua mancanza di rappresentanza politica».

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