La Nuova Sardegna

Olbia

Il ministero ha deciso: Parco commissariato

Dopo i continui litigi e l’ulteriore rinvio del Piano, Roma ha avviato l’iter che chiude l’era Bonanno

13 novembre 2016
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LA MADDALENA. Il ministero ha deciso. Entro un mese il Parco verrà commissariato. Da Roma è arrivata la comunicazione negli uffici di via Giulio Cesare. Lungo l’elenco di motivazioni con cui il ministero spiega la sua decisione. Il Parco avrà venti giorni per rispondere agli appunti alla gestione arrivati dalla capitale. In ogni caso entro 30 giorni si concluderà l’iter che vedrà arrivare alla Maddalena il commissario straordinario. Troppo presto per azzardare il nome, ma sembra che il ministero pensi a un tecnico con la divisa e di lunga esperienza.

Nell’ultimo mese le vicende al Parco sono precipitate. Atto finale di un anno vissuto con il coltello tra i denti. Sempre più netta la contrapposizione tra la maggioranza del Consiglio direttivo e il presidente Giuseppe Bonanno, inasprita dalle note vicende sull’acquisto dell’isola di Budelli. Diatribe interne che sono diventate una zavorra nella gestione dell’ente, culminate nella riunione del 24 ottobre. In quella occasione il Consiglio ha chiesto il rinvio dell’approvazione del Piano del Parco, strumento di pianificazione atteso da anni e non ha ratificato la nomina del direttore facente funzioni, condannando di fatto l’ente all’immobilismo. Il ministero dell’Ambiente ha seguito tutto da lontano. Con atti ufficiali ha cercato di rimettere al passo il Parco, inviando lettere di richiamo sui tempi e sulle responsabilità dell’ente. Infine ha deciso di avviare l’iter per il commissariamento. Il ministero comunica che nel corso delle verifiche sull’attività del Parco sono emerse diverse criticità sull’attività di indirizzo e programmazione, ma anche di gestione. Mette in evidenza l’incapacità del Consiglio di adottare atti fondamentali; ma fa notare anche convocazioni di sedute ordinarie e straordinarie poi revocate o andate deserte; la fitta corrispondenza tra il presidente e l’ex direttore che avrebbe causato ritardi nell’adozione di atti importanti per l’ente come il bilancio e il piano delle performance. Un lenzuolo di motivazioni in base alle quali il ministero ha deciso di commissariare presidente e Consiglio.

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