La Nuova Sardegna

Olbia

Tv 5 Stelle, il tribunale dà l’ok al concordato in continuità

di Serena Lullia
Tv 5 Stelle, il tribunale dà l’ok al concordato in continuità

L’imprenditore Gianni Iervolino ha alcuni mesi per mantenere fede agli accordi e pagare i creditori In cima alla lista ci sono giornalisti e tecnici della storica emittente: per loro 11 stipendi arretrati e il Tfr

21 novembre 2016
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Il giudice accoglie la richiesta di concordato in continuità per la Tv 5 stelle. L’imprenditore ha ora un paio di mesi per dimostrare che l’emittente, il cui segnale è stato riacceso ad agosto ma senza i vecchi dipendenti, fa utili. L’obiettivo del concordato è evitare il fallimento dell’azienda in crisi e allo stesso tempo pagare i creditori. Lunga la lista. In cima ci sono gli ex dipendenti della televisione dell’editore Gianni Iervolino. 23 tra giornalisti e tecnici che vantano un credito di 11 stipendi arretrati e il Tfr. Il concordato funziona se l’azienda fa utili. Iervolino potrebbe anche vendere emittente e frequenza per fare cassa. In questi anni si è parlato di diverse proposte ma mai nessuna tra quelle annunciate si è mai concretizzata. Nel caso in cui l’imprenditore non dovesse mantenere gli impegni e non paghi i creditori lo scenario che si profila è uno solo. La vendita all’asta di ogni pezzo di proprietà della società Tesar, nel cui portafoglio c’è anche 5stelle Sardegna. Per i giornalisti interverrebbe il Fondo di garanzia dell’Inpgi, l’istituto nazionale di previdenza di categoria, l’Inps nel caso degli altri dipendenti. Si sostituirebbero al privato per pagare tre mensilità non saldate del totale dovuto e una parte del Tfr.

La tv trasmette. Dal mese di agosto il segnale del canale 11 del digitale terrestre è ricomparso. E da allora il canale viene animato dalle trasmissioni di Radio Internazionale. Un’anomalia sollevata dai sindacati ma che non è stata nemmeno presa in considerazione in questi mesi. La Tesar, società proprietaria di 5Stelle Sardegna, in regime di concordato in continuità avrebbe dovuto riprendere le trasmissioni con i dipendenti licenziati nel 2015. L’intero palinsesto è invece coperto da un’altra società, sempre di Iervolino, e con altri lavoratori.

Lenta agonia. La lenta fine della storica emittente, voce dell’informazione in Sardegna, era cominciata nel 2014. I primi segnali erano arrivati con i primi stipendi non pagati. Giornalisti e tecnici avevano cominciato a scioperare per chiedere il rispetto dei loro diritti. Una situazione che con il passare del tempo era diventata sempre più grave. I salari non saldati si erano accumulati e nonostante ciò, per spirito di responsabilità e per amore verso l’azienda, giornalisti e tecnici avevano continuato a lavorare. Fino all’inevitabile fine e ai licenziamenti.

In Primo Piano
Il funerale

A Ittiri lacrime e rombo di motori per l’ultimo saluto a Sebastiano Pasquarelli

di Luca Fiori
Le nostre iniziative