La Nuova Sardegna

Olbia

Isticadeddu, il ponte scatena le proteste

di Dario Budroni
Isticadeddu, il ponte scatena le proteste

Comitato di quartiere sul piede di guerra: «I lavori dovevano finire entro l’anno, invece dovremo aspettare ancora molto»

30 dicembre 2016
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OLBIA. Tra le strade del quartiere serpeggia un brutto presentimento. Il timore è che il ponte sul rio Siligheddu non venga inaugurato neanche a gennaio. I più pessimisti sostengono addirittura che la nuova opera difficilmente riesca a vedere la luce entro la primavera. E mentre c'è chi si appella direttamente a Dio, con uno striscione-preghiera appeso a pochi metri dal cantiere, il presidente del comitato di Isticadeddu punta più in basso e manda una lettera al sindaco Settimo Nizzi. «Chiediamo un incontro urgente. In tanti temono che la riapertura della strada non avvenga neanche in primavera» scrive Piergiovanni Porcu. La storia del ponte sul rio Siligheddu, in fondo a via Vittorio Veneto, è lunga e complicata. Da ormai 15 mesi gli abitanti della periferia ovest vivono in una condizione di semi-isolamento. Il ponte, che prende il posto di quello abbattuto durante l'alluvione del 2015, sarebbe dovuto essere pronto a settembre, poi a dicembre e dopo ancora a gennaio. Adesso i cittadini temono un ulteriore slittamento.

Lavori a rilento. Il ponte è comunque in costruzione. Le due sponde sono unite da travi di cemento armato, ma la fine dei lavori non sembra poi così imminente. «La frustrazione e purtroppo anche la collera sono alimentate dalla preoccupante lentezza con cui stanno procedendo i lavori - spiega Piergiovanni Porcu -. In tanti paventano il rischio concreto che l'agognata riapertura della strada non avvenga neanche in primavera. Vogliamo quindi capire se ci sono ulteriori problemi tecnici o burocratici e come mai l'impresa non è riuscita a consegnare i lavori entro dicembre. Forse anche noi avremmo il diritto di capire come stanno realmente le cose».

Lunga storia. Tutto è cominciato il primo ottobre del 2015, quando l'allora sindaco Gianni Giovannelli aveva fatto demolire il vecchio ponte-tappo per evitare la seconda inondazione in un giorno di Isticadeddu. Il Comune aveva quindi inserito la nuova opera nel primo lotto del piano Mancini. Ad aggiudicarsi i lavori l'impresa Angius di Sassari per un totale di 867mila euro. I lavori sono iniziati a giugno, ma sono stati subito interrotti per la scoperta di una falda. Quindi il primo slittamento di tre mesi per rimettere mano al progetto. Le ruspe si sono riaccese a settembre e il sindaco Settimo Nizzi aveva annunciato che entro Natale il ponte sarebbe stato pronto. Qualche settimana fa, invece, il sindaco ha parlato di gennaio. Ora i cittadini hanno paura di un nuovo rinvio, che in altre parole significa altri mesi di disagi. «Le famiglie sono obbligate a estenuanti e costosi allungamenti di percorrenza - spiega Porcu -. I cittadini, e non solo quelli di Isticadeddu, sono esasperati dai disagi ma anche dalle aspettative più volte disattese».

Altre opere. Il presidente del comitato di quartiere, inoltre, chiede qualche chiarimento anche sulle opere collaterali. «Vorremmo sapere se è prevista almeno una rotatoria provvisoria per rallentare la velocità delle auto in prossimità dell'incrocio con via Marco Polo, trafficato soprattutto nelle ore di ingresso e uscita delle scuole - conclude Piergiovanni Porcu -. Occorrerà anche fornire ai pedoni degli attraversamenti visibili e illuminati. Infine segnaliamo che le vie Cortez e Gessi sono in più punti prive di asfalto e di protezioni. C'è il rischio che auto e pedoni cadano nel canale».

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