La Nuova Sardegna

Olbia

L’ordinanza del sindaco resta in vigore

OLBIA. La città è senza acqua potabile da quasi un mese. Risale al 2 gennaio scorso, infatti, l’ordinanza del sindaco con la quale è stato vietato l’uso dell’acqua per scopi alimentari. E ancora oggi...

27 gennaio 2017
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OLBIA. La città è senza acqua potabile da quasi un mese. Risale al 2 gennaio scorso, infatti, l’ordinanza del sindaco con la quale è stato vietato l’uso dell’acqua per scopi alimentari. E ancora oggi è in vigore perché la situazione non si è normalizzata del tutto. C’è una zona, infatti, (quella dell’aeroporto, secondo Abbanoa) dove i parametri risultano fuori norma. E sino a quando in tutta la rete non scorrerà acqua potabile, il provvedimento non verrà ritirato. Abbanoa, in ogni caso, fa sapere che domani ufficializzerà una richiesta a Nizzi per far revocare il provvedimento per tutte le zone in cui l’acqua risulta potabile.

Le ultime notizie ufficiali risalgono allo scorso 24 gennaio quando l’Assl aveva ricevuto una comunicazione di Abbanoa con cui l’ente comunicava la conformità dei parametri delle acque in uscita da uno dei punti prelievo (quello di via Marco Polo), mentre restrava il "fuori norma" confermato dai precedenti prelievi della Assl nella zona dell’aeroporto.

Ecco cosa accadrà adesso. Nei prossimi giorni, il Sian effettuerà i prelievi delle acque distribuite in questi punti, e poi spedirà i campioni delle acque all'Arpas, cui competono le analisi e il rilascio dei certificati, i quali verranno riconsegnati al Sian e quindi a sindaco e Abbanoa.

I tempi? Non lunghi secondo Abbanoa che sostiene che nella zona dell’aeroporto «sono in corso gli interventi necessari per ripristinare la potabilità».

Il caso era stato sollevato da Adiconsum il 29 gennaio 2016: l’associazione aveva infatti ricevuto numerose segnalazioni da parte di cittadini che si lamentavano del colore giallo/marrone dell’acqua che scendeva dai rubinetti in diversi quartieri della città. Antonella Meloni aveva quindi inviato un rapporto al Comune (dove nel frattempo erano arrivate altre proteste per la torbidità dell’acqua che arrivava nelle case) e il 2 gennaio successivo il sindaco Nizzi (che aveva in mano anche i risultati degli esami di Abbanoa che confermava la non potabilità in diverse zone della città) aveva emesso l’ordinanza che vietava l’uso dell’acqua per motivi alimentari. Avvisando la popolazione di utilizzarla esclusivamente per l’igiene personale e della casa, ma non per cucinare. (red.ol.)

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