La Nuova Sardegna

Olbia

Rsa, 50 pazienti costretti a tornare a casa

di Giandomenico Mele
Rsa, 50 pazienti costretti a tornare a casa

Gli ospiti della comunità alloggio devono abbandonare la struttura entro il 12 febbraio: la Sole di Gallura sta chiudendo

27 gennaio 2017
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OLBIA. Dismissione di tutte le attività sanitarie. Dietro questo linguaggio burocratico e asettico si nasconde, nella sua drammatica attualità, il destino di 50 pazienti. Si tratta degli ospiti della Comunità integrata e di quella alloggio gestite dalla cooperativa La Fenice, che due giorni fa ha comunicato la chiusura della Rsa Sole di Gallura di via Tavolara e della struttura di via Marco Polo. Se in Residenza sanitaria assistita da mesi ormai non ci sono più pazienti, l’emergenza riguarda l’attività socio assistenziale. Con pazienti che in meno di un mese dovranno abbandonare quella che per tanto tempo è stata la loro casa, col rischio di rimanere senza assistenza.

Si chiude. «Ci hanno invitato a sottoscrivere un documento nel quale notificano quanto deliberato il 24 gennaio, che il servizio verrà chiuso e i pazienti dovranno essere portati a casa entro e non oltre il 12 febbraio: racconta Dino Chessa, presidente del Comitato dei parenti dei pazienti ospiti delle Comunità integrate e alloggio gestite dalla Fenice –. Ci hanno comunicato l’indisponibilità a garantire il servizio, per la mancanza di accordo con la cooperativa che dovrebbe eventualmente subentrare». Un codicillo, visto che le trattative intavolate con il gruppo Kcs, colosso delle cooperative sociali, l’interlocutore in campo pronto ad acquisire i servizi della Rsa Sole di Gallura dalla cooperativa La Fenice, si sono interrotte bruscamente. Negli ultimi giorni è arrivato uno stop inatteso proprio da parte della coop, che non avrebbe accettato l’offerta presentata dal gruppo brianzolo. Ma fonti interne alla cooperativa La Fenice parlano anche di una marcia indietro della stessa Kcs, vista la cifra necessaria per adeguare la struttura di via Tavolara alle norme di sicurezza in materia sanitaria e consentire la prosecuzione del servizio.

L’allarme. Una situazione di attesa per i 45 lavoratori, unita al silenzio delle istituzioni. «Abbiamo chiesto al nuovo direttore generale della Assl di Olbia, Pierpaolo Pani, un incontro urgente, per sapere quali iniziative intendano attivare – spiega Chessa –. Non possiamo prendere i pazienti e portarli via da un giorno all’altro. Dove potremmo portarli? La gran parte di noi non sarebbe in grado di tenerli in casa». Poi c’è il Comune, che non ha voluto rilasciare finora commenti ufficiali sulla propria posizione sulla vicenda. Le uniche notizie arrivano da chi ha partecipato agli incontri avuti con il sindaco Settimo Nizzi. «Lui ci ha detto di portargli soggetti che si presentino con in mano un progetto serio, perché l’amministrazione avrebbe concesso alla Fenice il tempo necessario per mettersi in regola, ma la coop non avrebbe dato alcuna garanzia – conferma ancora Chessa –. Può essere possibile che un simile compito venga affidato a noi? Nizzi avrebbe anche sollevato pesanti dubbi sulla possibilità di ricevere garanzie sull’accreditamento del servizio, in assenza di investimenti sull’ammodernamento della struttura di via Tavolara».

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