La Nuova Sardegna

Olbia

«Non abbandonate quel palazzo»

«Non abbandonate quel palazzo»

Desole (Prospettiva donna): «La Rsa deve vivere, gli enti ci aiutino a fare la cittadella del volontariato»

29 gennaio 2017
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OLBIA. Il grande palazzo di via Tavolara, che ospita attualmente la Rsa Sole di Gallura gestita dalla Fenice, rischia di diventare un rudere dimenticato, uno spettro da agitare ogni volta che si vuol dimostrare come gli enti, comuni, aziende sanitarie, istituti di previdenza, regione, non riescono a sfruttare quanto si ha a disposizione. Il palazzo che la Fenice sta per sgomberare entro la fine del mese di febbraio, di proprietà dell’Inail, sembra destinato a diventare come l’hotel di Shining, l’immaginario e terrificante Overlook. Vuoto malinconicamente. Patrizia Desole, consigliere comunale del Pd oltre che presidente dell’Associazione antiviolenza Prospettiva donna, lancia un’idea che potrebbe salvare dall’oblìo quel palazzone ingombrante al centro di Olbia. «Fermo restando – dice – che è fondamentale che gli anziani debbano avere una residenza sanitaria assistita, e che lì l’Rsa potrebbe continuare ad avere uno spazio tutto suo, occorre anche dire che la gestione di una struttura così grande è davvero difficile. Anzi, direi molto complicato. Per questo si potrebbe trasformarla in una cittadella delle associazioni del volontariato e di servizi strategici, come appunto l’assistenza agli anziani. La fine dell’esperienza della Fenice porta con sè un disastro non solo perché ora in città non ci sarà più una struttura di assistenza agli anziani, ma anche perchè si perdono 40 posti di lavoro, un altro duro colpo all’occupazione. E non possiamo che essere solidali con questi lavoratori. Tutto questo andrebbe scongiurato».

Dunque, l’idea è quella di “riempire” di contenuti il mega palazzone e ridargli nuovamente vita. «Se la Fenice va via – dice la Desole –, si chiudono tutte le utenze, si spegne tutto. E sono sicura che quell’edificio diventerà un ecomostro, un altro spazio inutilizzato e decadente. E pensare che in città c’è fame di spazi, sociali, culturali, di volontariato. Nello stesso palazzo di via Tavolara nel tempo sono state ospitate alcune associazioni e anche il Soccorso Sardo, uno dei servizi di ambulanze del 118. Insomma si potrebbe davvero dare una svolta a questo annoso problema. Penso al Labint, all’associazione Libere Energie, all’Avo e tante e tante altre. Ma, insieme, si potrebbe anche sfruttare questa enorme opportunità anche per servizi sociali come, anzitutto, la Rsa, ma anche struttura per accogliere donne con problemi psichiatrici, servizi del 118, asili notturni per venire incontro alle esigenze dei lavoratori».

Come si potrebbe realizzare questa proposta? Per la Desole c’è bisogno di un concorso di forze. «Le Associazioni hanno pochi soldi – sottolinea – e hanno bisogno di spazi gratuiti, per questo ci vuole il concorso di enti come il comune, la Regione, l’Asl, il Cipnes. Fare dei progetti magari sfruttando qualche possibilità data dai finanziamenti europei. L’importante è agire per evitare di trovarci di fronte a un nuovo triste fallimento. Riqualificare quella struttura sarebbe quanto mai importante e darebbe lustro davvero a tutti gli enti che concorressero a un progetto del genere».

Oltretutto, c’è anche il sostegno normativo secondo la Desole. «Sì, basta guardare l’articolo 24 dello Sbloccaitalia – ricorda la presidente di Prospettiva donna – in cui si prevede che comuni, province, regioni, lo stato e anche altri enti nazionali, come l’Inail che è proprietario di quella struttura, possano cedere, a chi ne fa richiesta, edifici inutilizzati, ovviamente il tutto per scopi sociali. Mi sembra che l’esempio del palazzo Inail sia proprio il caso giusto».

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