La Nuova Sardegna

Olbia

Anziano rapinato a Padru, arrestato il nipote e due complici

Anziano rapinato a Padru, arrestato il nipote e due complici

Il 76enne picchiato selvaggiamente in casa. La svolta dopo mesi di indagini dei carabinieri

03 febbraio 2017
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OLBIA. Dopo tre mesi di indagini serrate i carabinieri del Reparto territoriale di Olbia hanno arrestato i tre presunti autori della rapina ai danni di Mario Miscera, l’anziano di 76 anni, derubato di 14mila euro e picchiato selvaggiamente nella sua casa di Padru. Si tratta di Gian Franco Secchi, di 37 anni, nipote della vittima, residente a un chilometro dallo zio; Salvatore Carta, di 45 anni e Smeraldo Luzzi, di 47 anni, entrambi di Olbia. Tutti e tre sono accusati di rapina aggravata in concorso e lesioni personali gravi. Altre tre persone sono state denunciate a piede libero per concorso e favoreggiamento. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti durante una conferenza stampa dal maggiore del reparto operativo provinciale di Sassari Emanuele Fanara, dal maggiore del reparto territoriale di Olbia Saverio Aucello e dal tenente comandante del Norm di Olbia, Andrea Asuni.

La rapina. Alle prime ore del mattino del 29 ottobre Mario Miscera dormiva nella sua villetta di Padru, dove vive da solo. Verso le 2,30 due individui con il volto incappucciato avevano fatto irruzione nell’abitazione. I malviventi erano entrati direttamente nella camera da letto dopo aver forzato la tapparella e infranto il vetro di una finestra. Mentre uno della banda rovistava ovunque a casa alla ricerca dei soldi, un altro aveva immobilizzato l’anziano con del nastro adesivo da imballaggio e lo aveva picchiato con violenza. Dopo aver rubato i 14 mila euro in contanti, che l’uomo, emigrato in Germania e rientrato a Padru qualche anno fa, custodiva dentro un borsello insieme a due carte bancomat con relativi Pin, un libretto postale e altri documenti. Era stato lo stesso Miscera a chiamare i carabinieri sebbene scosso e ferito. L’uomo, trasportato in ospedale, aveva riportato ferite ed ecchimosi sul corpo e sul volto.

Indagini e Ris. Subito dopo aver ascoltato le testimonianze dei parenti e degli amici dell’anziano le indagini dei carabinieri della sezione operativa, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica di Sassari, Giovanni Porcheddu, si erano concentrate su alcuni soggetti noti alle forze dell’ordine. La verifica degli spostamenti e dei contatti dei sospettati ha permesso di raccogliere importanti indizi. Fondamentale per trasformare gli indizi su Salvatore Carta in elementi di colpevolezza sono state le tracce di Dna trovate dal Ris di Cagliari sul nastro adesivo con cui Miscera era stato legato. A quel punto il puzzle si è composto. Svelata l’identità di uno degli autori, analizzando le dichiarazioni, gli spostamenti e le sue frequentazioni i carabinieri sono arrivati a dare un nome ai complici. Nessuna traccia del bottino di 14 mila euro. Secchi, Carta e Luzzi sono stati trasferiti nel carcere di Bancali in attesa del processo. (red.ol.)

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