La Nuova Sardegna

Olbia

Iervolino si difende: mai usato violenza

di Marco Bittau
Iervolino si difende: mai usato violenza

L’avvocato difensore ha visitato l’imprenditore nella sua abitazione. Nell’inchiesta spunta uno strano giro di fotografie

10 marzo 2017
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OLBIA. «Un uomo distrutto, convinto di non aver usato alcuna violenza e sorpreso per l’applicazione di una misura così grave come la custodia cautelare». Parla l’avvocato Ettore Licheri, difensore di Gianni Iervolino, arrestato mercoledì scorso dai carabinieri con l’accusa di stalking e ora agli arresti domiciliari. L’avvocato Licheri ieri mattina ha incontrato l’imprenditore 72enne nella sua abitazione di Olbia e ora si prepara a sottoporre al tribunale del riesame (dieci giorni di tempo) un ricorso per la revoca della misura cautelare. «Che direi esagerata – parole del difensore – visto che in nessun caso è stata messa a repentaglio l’incolumità della donna».

Nelle poche parole riferite dall’avvocato Licheri c’è tutta l’amarezza di Iervolino. L’ex re delle lavanderie industriali ed ex editore di Cinquestelle tv nel volgere di qualche anno è precipitato dall’altare alla polvere e ora si ritrova persino agli arresti domiciliari accusato di stolking. In particolare, è accusato di aver perseguitato con telefonate, messaggi, appostamenti e pedinamenti una sua ex compagna che da tempo aveva deciso di interrompere la relazione. La vittima delle azioni persecutorie è una donna 43enne. Finita la storia sentimentale, la donna aveva deciso di non aver più nulla a che fare l’imprenditore, nessun genere di rapporto, neanche una semplice amicizia. Un muro impenetrabile dove l’imprenditore aveva inutilmente tentato di far breccia.

Alla fine la situazione era degenerata. Valanghe di mail, ma anche continui pedinamenti, appostamenti sul luogo di lavoro e nelle vicinanze l'abitazione della donna. E poi uno strano giro di fotografie forse imbarazzanti. Una situazione ormai insostenibile che ha suggerito alla donna di rivolgersi ai carabinieri per segnalare le insistenti attenzioni di Iervolino. Così lo scorso gennaio nei confronti dell’imprenditore è scattato il divieto di avvicinamento all'ex compagna. Nonostante il provvedimento, Gianni Iervolino avrebbe continuato a perseguitare la donna. Sino all’epilogo – proprio l’8 marzo come la più atroce delle beffe – la follia di andare a casa di lei con un mazzo di fiori. Ad aspettarlo però ci sono i carabinieri che da tempo seguivano ogni suo movimento. «Sì ma non ha mai usato violenza – ricorda ancora l’avvocato difensore, Ettore Licheri – in nessun caso l’incolumità della donna è stata in pericolo. Per questo, riteniamo che la misura della custodia cautelare possa essere rivista».

@marcobittau

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