La Nuova Sardegna

Olbia

Ospedale, sit-in a Cagliari: venduti solo 50 biglietti

di Andrea Nieddu
Ospedale, sit-in a Cagliari: venduti solo 50 biglietti

La Maddalena, non è un gran successo l’iniziativa lanciata dall’amministrazione L’obiettivo è finanziare il noleggio di 8 pullman per protestare contro la Regione

12 marzo 2017
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LA MADDALENA. Solo 50 adesioni. Non è proprio un successo la prima giornata di vendita dei biglietti per la manifestazione a Cagliari per salvare l’ospedale Paolo Merlo. L’amministrazione aveva lanciato nei giorni scorsi l’iniziativa per noleggiare degli autobus. Non avendo a disposizione risorse in bilancio aveva proposto la campagna per l’ acquisto dei biglietti a 13 euro. L’obiettivo ancora molto lontano è noleggiare otto pullman e portare sotto il palazzo della Regione 400 persone. Un obiettivo che al momento non sembra a portata di mano. Tanti cittadini, pur sostenendo la battaglia per l’ospedale, fanno valutazioni pratiche sull’iniziativa. La lunga durata, 8 ore, del viaggio; il costo del biglietto. Tanto che alcuni isolani hanno comprato il ticket ma lo hanno lasciato a disposizione di chi ha meno possibilità per poterlo comprare. La protezione civile si è messa a disposizione per incentivare la vendita. Anche se già si comincia a valutare un piano B, magari più veloce per evitare di far passare troppo tempo prima di andare a Cagliari.

In campo per i pancioni. Il Caprera torna in campo dopo un lungo stop ospitando la Lucchese e per l’occasione scenderanno in campo con la scritta sulle magliette “L’ospedale Paolo Merlo non si tocca”.

Non solo Punto nascita. «Il vero problema della sanità nell’isola non è il Punto nascita ma l’assenza di un Centro di urgenza-emergenza ben strutturato – commentano Luisella Maccioni, segretaria Fp Cgil e Luisa di Lorenzo, segretaria Cgil Gallura –. È in questo senso che la garanzia di accesso alla sanità e il diritto a essere curati nel miglior modo possibile diventa essenziale soprattutto nel momento in cui è in corso una profonda revisione del sistema di rete ospedaliera e riorganizzazione del sistema sanitario sardo».

Le due segretarie territoriali ricordano come anche l’associazione nazionale sanitaria delle piccole isole, a cui La Maddalena aderisce, sostiene che tutte le realtà isolane hanno in comune la difficoltà di garantire adeguati livelli di assistenza a una popolazione che nel corso dell’anno aumenta a dismisura, in modo particolare nei mesi estivi. «In queste condizioni diventa pressochè impossibile garantire ai cittadini delle isole quel diritto alla salute sancito dalla Costituzione – concludono –. Non si chiedono nuovi ospedali, ma che i livelli minimi siano garantiti anche nei territorio più remoti, a cominciare dall’Emergenza-urgenza. In questo solco una corretta analisi per la riorganizzazione del sistema sanitario isolano non può permettersi di perdere le prerogative tecnologiche, scientifiche e di risorse umane formate nel campo dell’emergenza-urgenza».

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