La Nuova Sardegna

Olbia

Eletto il nuovo Cda, ma a Costa Paradiso restano le divisioni

di Sebastiano Depperu
Eletto il nuovo Cda, ma a Costa Paradiso restano le divisioni

Dopo tre assemblee, è stato evitato il commissariamento Ferdinando Buffoni presidente: trasparenza prima di tutto

23 marzo 2017
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COSTA PARADISO. Il comprensorio di Costa Paradiso ha un nuovo consiglio di amministrazione che è stato eletto qualche giorno fa. Il nuovo presidente è Ferdinando Buffoni. In questo modo, si è scongiurato il commissariamento, visto che si è arrivati ad una soluzione dopo bene tre assemblee: quella del 10 agosto 2016, quella del 26 novembre 2016 e l'ultima dello scorso 18 marzo. L'incontro, iniziato nel pomeriggio, si è conclusa attorno alle 19,30. Oltre al presidente, il nuovo Cda è formato da Gianni Monterosso (vice presidente), Maria Luisa Ferrari (tesoriere) e dai consiglieri Luciano Ognissanti, Claudio Pedace, Ferdinando Mulas e Stefano Angeli. Per quanto riguarda il CdiR., nessuna delle liste ha raggiunto la maggioranza di voti e di millesimi necessaria, pertanto rimane operante il Consiglio uscente fino a una prossima assemblea. Si sono presentate tre liste e la lista numero 1 (formata dai gruppi Comitato 26 novembre, Lista F. Buffoni, Atcp) ha ottenuto la maggioranza dei voti dei presenti in assemblea (di persona e per delega) e dei decimillesimi rappresentati. La lista numero 1 ha ottenuto 685 voti, pari a 2793 millesimi; quella numero due 71 voti con 273 millesimi; la numero 3, 230 voti per 2706 millesimi. «Sono soddisfatto del risultato ottenuto - afferma il nuovo presidente -. Punto di forza del nuovo Cda sarà la trasparenza gestionale e una forte motivazione al recupero crediti e al taglio delle spese gestionali. Il nuovo consiglio di amministrazione, dunque, è già all'opera per fronteggiare le maggiori criticità del villaggio che a distanza di quattro mesi rimane ancora senza acqua potabile». La comunità del territorio di Costa Paradiso, nonostante il cambiamento del principale organo amministrativo (il Cda), si trova ancora divisa in due parti. «Il cambiamento va visto come una sfida evolutiva concepita per una ulteriore svolta che, oggi come oggi, non era possibile realizzare per il persistere delle contrapposizione interne ai vari gruppi di proprietari che fino all'ultimo giorno non ha permesso di portare avanti una lista realmente condivisa», chiude Buffoni.

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