La Nuova Sardegna

Olbia

Operatori sanitari l’organico è carente Disagi in Medicina

Operatori sanitari l’organico è carente Disagi in Medicina

I parenti dei malati: «Gli Oss sono pochi, il lavoro è troppo In 2 seguono 26 pazienti per settore e molti sono allettati»

03 maggio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Lavorano sempre di corsa, perché sono pochi. Devono assistere i pazienti allettati, fare il giro dei letti, cambiare la biancheria, consegnare i prelievi, portare i malati a fare gli esami strumentali. E, a volte, di notte, devono essere anche a disposizione degli altri reparti.

Gli Oss -operatori socio sanitari - del reparto di Medicina del Giovanni Paolo II (che non avendo specialistiche ospita pazienti con diverse patologie) lavorano in continua emergenza. Non sono loro, però, a far emergere una situazione davvero pesante, ma i parenti di alcuni pazienti che sono stati ricoverati in quel reparto e che hanno potuto vivere di persona i problemi che devono affrontare gli oss. «Nulla da dire sulla professionalità e sulla sensibilità di tutti coloro che lavorano in questo reparto - dicono i familiari di alcuni ricoverati -. Ma ci siamo resi conto di quanto gli oss lavorino in affanno».

Il reparto di Medicina è diviso in due settori, sempre allo stesso piano (il terzo) e ciascuno ospita 26 posti letto. Al mattino ci sono 4 oss al lavoro (due per settore) e sono insufficienti. La situazione peggiora di pomeriggio quando c’è un solo oss ogni 26 pazienti. Stesso discorso la notte.

«Ci siamo informati - dicono i parenti dei ricoverati - e siamo rimasti scioccati di fronte alla mole di lavoro che devono affrontare ogni giorno gli operatori socio sanitari. Al mattino vanno a ritirare il carrello delle colazioni, poi devono sistemare i pazienti dando un’assistenza ancor più accurata a quelli allettati, alcuni dei quali non riescono neppure a mangiare da soli. Poi cominciano il giro letti, fanno il cambio della biancheria e, quindi, si occupano dell’igiene personale dei malati. Mansione, quest’ultima, che non riescono a finire spesso prima delle 14. C’è un terzo Oss che entra in turno in un momento successivo della mattinata, ma si deve occupare degli esami strumentali spostando i pazienti negli altri reparti a seconda della necessità (per esempio per un esame radiologico). Tutto questo lavoro, ovviamente, viene interrotto o rallentato ogni volta che si presentano altre priorità».

I parenti dei ricoverati vanno oltre. «Abbiamo saputo che sino a 2 anni fa gli Oss erano 20, adesso sono 14 e i turni a cui sono sottoposti sono piuttosto pesanti. In un ospedale c’è sempre molto da fare, ma in un reparto che ospita molti pazienti di una certa età che non possono muoversi autonomamente, garantire un’adeguata e costante assistenza diventa difficile. Anche perché abbiamo assistito a momenti in cui un Oss dovesse cambiare il panno a un paziente ed essere costretto a fare tutto in velocità perché chiamato a fare la sua parte di fronte a un’urgenza. Con più personale, tutto ciò non accadrebbe». (s.p.)

In Primo Piano
L’inchiesta

Appalti per lo smaltimento di rifiuti, indagati tre pubblici ufficiali: perquisizioni anche a Sassari

Le nostre iniziative