La Nuova Sardegna

Olbia

Zona Bandinu, gli abitanti: «Non abbattete la rampa»

di Serena Lullia
Zona Bandinu, gli abitanti: «Non abbattete la rampa»

Il comitato di quartiere prepara le barricate contro le ruspe del Piano Mancini No anche alla chiusura della scuola Maria Rocca costruita su un canale a rischio

11 maggio 2017
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OLBIA. Lucidano il ricordo di quel 18 novembre un po’ appannato nella memoria dal passare degli anni. Gli abitanti del quartiere Bandinu non dimenticano il tributo di vite pagato la notte di Cleopatra e provano a riaccendere i riflettori su un tema che sembra non appassionare più gli olbiesi. Il comitato Bandinu-Maria Rocca prende spunto dall’abbattimento della rampa del Nespoli per parlare di nuovo di rischio idraulico. Dice no alla demolizione dell’intera strada che permette di raggiungere via Imperia. Il Comune ha appaltato l’abbattimento da mezzo milione di euro. Il comitato è contrario, chiede di abbattere solo il pilone centrale conficcato sulla foce del rio Siligheddu. Una spesa inutile in un momento in cui, con un piano anti-alluvione in itinere e lo studio alternativo in costruzione, non si conoscono le portare di acqua che arriveranno fino al mare.

Cittadini in prima linea. Non sono tanti i cittadini che accolgono l’invito del comitato. «Vogliamo dare voce alla gente del quartiere più popoloso di Olbia – dice il presidente Andrea Mura –. Come succede sempre ci si interessa a noi in campagna elettorale. Poi finite le votazioni ci si dimentica delle promesse fatte e i problemi restano. Sappiamo che la giornata del sindaco è fatta di 24 ore e che ha tante cose da fare, ma per non aspettare le Calende greche prima di avere un incontro dovrebbe utilizzare un po’ di più anche i suoi assessori. Avremo un faccia a faccia con il sindaco il 23 maggio». Ricorda il valore dei comitati di quartiere nel dare voce alla comunità Massimo Deriu. «Non siamo un organo deliberante nè abbiamo potere decisionale, ma abbiamo il dovere di sensibilizzare le istituzioni ai problemi del quartiere».

No alla rampa. Quando la rampa del Nespoli venne costruita 120 residenti fecero una rumorosa protesta a colpi di carte bollate per impedirne la costruzione. «Un’opera sbagliata, che il quartiere non voleva ma per la quale Regione, Protezione civile, Genio civile, tranquillizzarono tutti sulla sua bontà – dice Andrea Demuru, geometra –. Nel gennaio 2014 fui il primo a chiedere di abbatterla. Sotto quella rampa si era accumulato di tutto il giorno dell’alluvione, persino una barca. Allora la principale preoccupazione era levare i tappi, eliminare tutte le opere che impedivano all’acqua di raggiungere il mare senza allagare i quartieri circostanti. Allo stato attuale però non conosciamo la portata dell’acqua che arriverà a mare. Perché i pasticci della politica hanno fatto finire gli interventi in un pantano. Da un lato la Regione porta avanti la costruzione delle vasche di laminazione, dall’altro il Comune lavora a uno studio diverso». Demuru sostiene che potrebbe essere una spesa inutile abbattere la rampa se l’acqua, con la formula delle vasche o del canale scolmatore ne ridurrà la quantità destinata ad arrivare al mare. «Se la politica non troverà una soluzione unica, Olbia perderà anche i soldi per finanziare le opere che devono mettere al sicuro la città», conclude Demuru.

Scuola Maria Rocca. Dal comitato arriva anche il no alla chiusura decisa nel 2014 della scuola di Maria Rocca. E il sì convinto alla sua riapertura. «Entrarono solo 20 centimetri d’acqua – ricorda Felice Catasta, vice presidente del comitato –. Si è invece deciso di costruire un nuovo edificio in uno spazio vitale per il quartiere che determinerà la concentrazione di 1300 alunni in uno spazio ristretto come via Vicenza. Tra le 8 e le 8,30 in quel tratto di strada ogni mattina sarà il caos».

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