La Nuova Sardegna

Olbia

Dall’ex albergo Italia al “Chicchiricchi” : Olbia sotto le bombe nel 1943

di Dario Budroni
L'albergo Italia sorgeva dove si trova ttualmente l'Expo
L'albergo Italia sorgeva dove si trova ttualmente l'Expo

Domenica 14 maggio il 74° anniversario dell’attacco aereo degli Alleati. All’Expo le celebrazioni e anche una serata danzante

12 maggio 2017
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OLBIA. L’inferno aveva un peso. Settantacinque tonnellate di esplosivo. Piombarono dal cielo il pomeriggio del 14 maggio del 1943, la vigilia della festa di San Simplicio, e dopo una manciata di minuti avevano già cambiato i connotati alla città. In ventidue morirono dilaniati dalle bombe degli Alleati. E poi case ed edifici sventrati, con il municipio distrutto, la zona attorno a San Paolo piena di calcinacci, il mercato civico fatto a pezzi. Ma una bomba centrò anche un elegante palazzo di via Porto Romano. L’edificio giallo che da una quindicina di anni ospita l’Expo a quei tempi era un albergo e si chiamava Italia. Al suo interno c’era anche il Chicchiricchi, una sontuosa sala da ballo molto frequentata. Una delle bombe sganciate 74 anni fa lo mise ko. È una storia che non tutti vogliono dimenticare. E così domenica, proprio all’Expo, sarà rievocata l’epopea dell’albergo Italia e del Chicchiricchi, tra testimonianze, interventi e una serata danzante. Una iniziativa organizzata dall'associazione Karol Wojtyla e dal circolo nautico con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura.

Olbia sotto le bombe. Si dice che qualcuno, quel giorno, sentendo il rumore sinistro degli aerei alleati abbia esclamato: «oe la leada Tunisi», cioè «oggi le prende Tunisi». Invece no. Quegli aerei, quel 14 maggio 1943, erano degli Alleati e avevano preso di mira proprio Olbia, visto che di lì a poco avrebbero sganciato un totale di 333 bombe da 500 libbre. Allora la città era concentrata nell’attuale centro storico. E a essere colpiti furono numerosi palazzi, l’idroscalo Anfossi, il campo di volo Fausto Noce, il porto. Fortunatamente Olbia, in quelle drammatiche ore, era semi deserta. Ma in 22 trovarono comunque la morte.

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Tra cinema e orchestre. Una bomba cadde anche sull’albergo Italia, un palazzo molto caro agli olbiesi del tempo. L’aveva costruito nei primi anni Venti il cavalier Piro, per farci una sorta di quartier generale delle sue attività imprenditoriali. In due aree della struttura creò anche un cinema e una sala da ballo, il Chicchiricchi. Poi, al posto degli uffici, nel 1929 realizzò l’albergo Italia. La sala da ballo era molto frequentata e ci suonavano diverse orchestre, soprattutto a carnevale. Una di queste è rimasta immortalata in una foto anni Trenta. Si riconoscono Peppino Benetti, Felicino Mibelli, Lello Buono, Francesco Pasella e Osvaldo Gandini, più altri due musicisti che, forse, qualcuno riconoscerà. Il Chicchiricchi era gestito da tre giovani: Peppino Benetti, Andrea Pintus e Ciro Vitiello. Invece l’albergo Italia era gestito dal signor Cervelli e da Angelino Denza, il padre di Rita, quella che sarebbe diventata la regina dei fornelli.

L’appuntamento. E quindi domenica 14 maggio, nel giorno del 74esimo anniversario del bombardamento che devastò la città, in programma l’evento «C’era una volta l’albergo Italia e il Chicchiricchi». Alle 10 la regata in rosa. Invece alle 18 all’Expo la conferenza, moderata da Augusto Ditel. Interverrà Mariagrazia Defilippi, l’ideatrice della giornata. Poi interverranno Nadia Spano e Giovanni Forteleoni, che presenterà il suo studio «Dall’albergo Italia all’Expo attraverso il Chicchiricchi». Subito dopo una serata danzante, con musiche del periodo. Un modo sicuramente originale per rievocare le atmosfere tipiche di quegli anni. A suonare e cantare saranno diversi artisti olbiesi, tra cui Edorardo Agnelli, Tony Marino, Roberto Becca e Francesca Midulla.

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