La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia: contrastare il femminicidio, se ne parla al museo

La copertina del libro
La copertina del libro

Presentazione con Bachisio Bandinu del libro curato anche da Nereide Ruda, scomparsa di recente

12 maggio 2017
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OLBIA. Sarà presentato venerdì, alle 18 nell’auditorium del museo archeologico, al Molo Brin, il volume curato da Nereide Rudas, Sabrina Perra e Giuseppe Puggioni “Donne morte senza riposo – Un’indagine sul muliericidio (Am&D edizioni). Il libro sarà presentato dall’antropologo Bachisio Bandinu e dal medico psichiatra Maria Efisia Meloni. Interverranno al dibattito Patrizia Desole (responsabile del centro anti violenza prospettiva Donna) e Rina Pileri (presidente associazione “Isola madre” e commissaria regionale Pari opportunità). L’iniziativa è patrocinata dall’assessorato comunale alla Cultura di Olbia. La presentazione del libro è anche un omaggio alla straordinaria figura di Nereide Rudas, medico psichiatra e studiosa, scomparsa di recente a Cagliari. Un punto di riferimento per la medicina e la ricerca.

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Il libro trova la sua genesi nella drammatica realtà quotidiana che annovera un numero crescente di donne uccise da partner ed ex-partner. Si tratta di una preziosa ricerca scientifica sul campo, condotta in Sardegna in un ampio arco di tempo, restituisce un quadro attendibile del fenomeno, segnalando possibili modalità di contrasto. Un'indagine specialistica di statistica storica sul muliericidio sardo in un lontanissimo passato (1600-1800) impreziosisce il testo, fornendo inaspettati spunti per ulteriori analisi.

Gli autori del libro tentano di decodificare i percorsi e il loro senso simbolico, risalendo alle cause di questo fenomeno antico, che si presenta nell'oggi nelle forme nuove e inattese. Allargando poi il discorso dall’evento personale, al familiare al sociale, il testo esamina il muliericidio sotto il profilo di "reato di prossimità o domestico", di "reato di identità" e soprattutto "reato di genere", sino a giungere alla stessa costruzione della femminilità e della masconilità nel nostro paese. Un linguaggio entrato prepotentemente ormai nell’uso comune della cronaca e dell’attualità locale e nazionale. Chiude il libro l’appello ad affrontare con lucidità e realismo la condizione femminile nell'oggi e nelle possibili prospettive. Perché solo se l'intera società saprà parlare anche con "voce di donna" si potrà contrastare l'orrore del muliericidio.

 

 

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