La Nuova Sardegna

Olbia

Il 21% dell’economia sarda viene prodotto in Gallura 

di Serena Lullia
La zona industriale di Olbia
La zona industriale di Olbia

Il contributo della ex provincia al saldo regionale equivale a quello di Cagliari L’analisi della Camera di commercio dimostra che la crisi è ormai alle spalle 

29 maggio 2017
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OLBIA. Dinamica, attraente e leader nel dna. Alla Gallura non serve lucidare il campanile per mostrare il suo valore. Lo dice la matematica. Basta leggere i numeri del “Sesto rapporto delle imprese del nord Sardegna” della Camera di commercio. La ex provincia di Olbia-Tempio contribuisce alla creazione del saldo complessivo regionale delle aziende per il 21%. La stessa quota di Cagliari, nonostante il territorio gallurese accolga solo il 14% delle ditte sarde e il cagliaritano il 31%. Cifre che confermano il trend di crescita della ex provincia di Olbia-Tempio, in cui Olbia è ancora una volta la città felice con un + 2.11%
Super contributo. «Un dato che ci deve rendere consapevoli che nel nostro territorio ci sono le condizioni per fare impresa e per rischiare – commenta Massimo Putzu, vice presidente della Camera di commercio del nord Sardegna (foto) – . Il 21% della crescita dell’intera regione arriva dalle imprese della Gallura, che è la provincia che contribuisce di più, insieme a quella di Cagliari, sebbene nettamente inferiore per valori reali».
Economia autonoma. Un territorio che sta in piedi in modo autonomo, senza stampelle di Stato. E corre. «La Gallura e Olbia non hanno mai beneficiato di incentivi pubblici come altri territori – aggiunge Putzu –. Da noi gli uffici statali non sono presenti. Non abbiamo cioè presenze stabili come ad esempio la provincia, l’Autorità portuale, ma nonostante ciò cresciamo più di altri territori. E questo è indubbiamente dovuto a diversi fattori, la posizione felice e una serie di circostanze che hanno contribuito nel tempo a far sviluppare alla Gallura questa attitudine all’imprenditorialità che altrove è meno marcata».
Crisi addio. Nel nord Sardegna in generale, inteso come la somma dei territorio della ex provincia di Olbia-Tempio e del Sassarese, nel 2016 il tasso di crescita delle imprese è stato dell’1,17%. Nello specifico la Gallura sorride con un + 1,71%. La provincia di Sassari, seppur con un segno di crescita, si ferma allo 0,81%. Ancora di più schizza verso l’alto il dato di Olbia, + 2,11%. Arzachena non va oltre l’1,42%; Tempio 1,33%; La Maddalena +3,27% ma si tratta di comuni non paragonabili a Olbia in termini di popolazione ed estensione. Quindi bisogna usare prudenza nell’accostarli in termini numerici. «Tendenzialmente siamo portati a evidenziare più gli aspetti negativi di quelli positivi, ma in questo casa parlano i numeri – sottolinea il vice presidente della Camera di commercio –. Non è una opinione, ma è l’analisi delle cifre che ci dice che possiamo considerare la fase più critica della congiuntura negativa-recessiva ormai ultimata. Ci stiamo avviando verso una fase più positiva. Lo dicono i dati in generale per la Sardegna. L’isola ha un tasso di crescita che si attesta sull’1,13 %, più elevato rispetto allo 0,68% del dato nazionale. Numeri che sono ancora più buoni per la Gallura e per Olbia in particolare». Il nord est fa registrare una costante crescita dell’imprenditoria locale dal 2013 a oggi, a differenza del territorio nord occidentale che nel 2016 riporta una contrazione del tasso di sviluppo rispetto all’anno precedente.
Olbia Ferrari. Corre più di ogni altro comune del nord Sardegna. Olbia già nel primo trimestre del 2017 mostra un boltiano scatto in avanti. 9476 le imprese registrate alla Camera di commercio. 195 le nuove iscrizioni e 193 le cessazioni. Nel primo trimestre del 2016 le nuove iscrizioni erano state 138 e le chiusure 121. Lo scorso anno tra cessazioni e nuove aziende nate il saldo è rimasto comunque positivo per 197. «Nonostante il numero di cessazioni sia importante lo è altrettanto quello delle nuove iscrizioni – dichiara Putzu –. Olbia conferma di essere una realtà molto dinamica, estremamente effervescente».
Viva l’agricoltura. In Gallura quasi tutti in settori registrano un segno positivo. E uno di quelli su cui si investe di più è l’agroalimentare. «Parliamo di una agricoltura moderna, fatta da giovani, donne, stimolata anche dalle politiche regionali che l’hanno incentivata – conclude Putzu –. Si sta ritornando a guardare con interesse a un settore che negli ultimi anni non aveva avuto un alto indice di gradimento. Sono nate nuove cantine, imprese di enogastronomia». Crescono anche il turismo e i servizi. Tiene il commercio, uno dei settori che ha sofferto di più l’impatto della congiuntura negativa degli ultimi anni. Il numero delle imprese dal 2010 al 2016 è rimasto costante con un numero di addetti aumentato del 9,7%.
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