Meno posti letto, ma con la radioterapia
di Giampaolo Meloni
Due commissioni regionali (Sanità e Inchiesta sui costi) in visita nella struttura prima di decidere sugli accreditamenti
01 giugno 2017
3 MINUTI DI LETTURA
OLBIA. La Qatar Foundation insiste: «Noi – sono le parole del manager del gruppo Lucio Rispo – andiamo avanti e a metà del 2018 saremo pronti a partire con l’intera struttura sanitaria operativa». Ma l’aria che tira nella Commissione VI (Sanità) del consiglio regionale, per quanto venata di ottimismo, non sprizza altrettanto granitica convinzione. Il vice presidente Edoardo Tocco, per dire, dopo avere osservato lo stato dell’opera, si è fatta l’idea che per completare il cantiere ci vorrà ben più tempo. Rispo rilancia: «Entro il 2017 apriremo gli ambulatori e i laboratori, nella prima parte del 2018 saranno operative le degenze e a fine estate sarà possibile l’apertura completa e funzionante dell’intera struttura». E il primo reparto ad aprire dovrebbe essere la radiologia. Questo è l’obiettivo. Si tratterà di vedere se il Consiglio regionale sarà altrettanto deciso e altrettanto rapido. E se le premesse favorevoli al progetto si concilieranno con le valutazioni della politica e delle sue decisioni.
A smussare le aspettative concorre intanto anche qualche altro tassello che non era fissato come si riteneva nel mosaico della procedura. Diversamente dalle indicazioni date finora, di certo i posti letto del Mater Olbia non saranno 242 ma una bella manciata saranno erosi. La definizione degli accreditamenti dovrà passare prima all'esame della commissione Sanità del consiglio regionale, quindi all'approvazione della stessa assemblea che valuterà lo scenario d'insieme del sistema sanitario regionale. Differente sarà anche il mosaico delle specialità in dotazione alla struttura ospedaliera di Olbia gestita dalla Qatar Foundation. Poiché si devono fare i conti con desideri, pressioni, aspettative, servizi già esistenti che si manifestano nell’intera mappa sanitaria regionale, al Mater non ci sarà la cardiochirurgia ma arriverà probabilmente in futuro, con un nuovo progetto, la radioterapia, per la quale il Qatar dichiara nuovi impegnativi sforzi: «Per questa specialità abbiamo offerto ulteriori investimenti per circa 50 milioni», dice Lucio Rispo. Che spiega: «Non ci sarà perché abbiamo deciso di aggredire un fenomeno che interessa molto la popolazione, ossia la mobilità passiva (viaggi negli istituti della penisola o all’estero) delle persone che hanno necessità della radioterapia». Resta nella Qf la determinazione di fissare nell'estate 2018 la data d'avvio definitivo e completo di tutti i servizi.
Tutti questi elementi sono affiorati ieri al termine del sopralluogo che la commissione Sanità del consiglio regionale ha effettuato nel cantiere, nel quale ancora nessun servizio è stato avviato, salvo un abbozzo della telemedicina.
Bisogna comunque fare i conti con la procedura. «Gli strumenti sono stati ordinati ma non arrivati, dovranno essere certificati. Il consiglio regionale non può perdere il controllo, tutto si deve svolgere nella massima chiarezza. Si tratterà – osserva Giorgio Oppi, che non trascura di ricordare il silenzio dell’assessore Arru alle richieste di delucidazioni sollecitate in aula da lui e altri consiglieri – di vedere la funzionalità finale della struttura. Insomma, ci sono tanti passaggi che dovranno essere verificati sistematicamente e puntualmente. La popolazione dovrà essere puntualmente informata».
Ora la parola passa alla Commissione, che lascia il Mater con in mano il dossier di un servizio sanitario presentato a Olbia, alla Gallura e alla Sardegna con impegni politici enfatici ma che ancora deve prendere definitivamente corpo. «Intanto – constata il presidente della Commissione Raimondo Perra – questa visita è stata importante alla luce della discussione che la Commissione sta facendo sulla rete ospedaliera».
Ci sono ancora tanti conti da fare, non solo astratti. Al sopralluogo c’era anche la Commissione consiliare d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi (così ne definisce il mandato il decreto istitutivo del 2015) presieduta da Attilio Dedoni, che nelle valutazioni politiche in aula non è mai stato tenero nei confronti del governo e dell’assessore alla Sanità per le scelte fatte.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
A smussare le aspettative concorre intanto anche qualche altro tassello che non era fissato come si riteneva nel mosaico della procedura. Diversamente dalle indicazioni date finora, di certo i posti letto del Mater Olbia non saranno 242 ma una bella manciata saranno erosi. La definizione degli accreditamenti dovrà passare prima all'esame della commissione Sanità del consiglio regionale, quindi all'approvazione della stessa assemblea che valuterà lo scenario d'insieme del sistema sanitario regionale. Differente sarà anche il mosaico delle specialità in dotazione alla struttura ospedaliera di Olbia gestita dalla Qatar Foundation. Poiché si devono fare i conti con desideri, pressioni, aspettative, servizi già esistenti che si manifestano nell’intera mappa sanitaria regionale, al Mater non ci sarà la cardiochirurgia ma arriverà probabilmente in futuro, con un nuovo progetto, la radioterapia, per la quale il Qatar dichiara nuovi impegnativi sforzi: «Per questa specialità abbiamo offerto ulteriori investimenti per circa 50 milioni», dice Lucio Rispo. Che spiega: «Non ci sarà perché abbiamo deciso di aggredire un fenomeno che interessa molto la popolazione, ossia la mobilità passiva (viaggi negli istituti della penisola o all’estero) delle persone che hanno necessità della radioterapia». Resta nella Qf la determinazione di fissare nell'estate 2018 la data d'avvio definitivo e completo di tutti i servizi.
Tutti questi elementi sono affiorati ieri al termine del sopralluogo che la commissione Sanità del consiglio regionale ha effettuato nel cantiere, nel quale ancora nessun servizio è stato avviato, salvo un abbozzo della telemedicina.
Bisogna comunque fare i conti con la procedura. «Gli strumenti sono stati ordinati ma non arrivati, dovranno essere certificati. Il consiglio regionale non può perdere il controllo, tutto si deve svolgere nella massima chiarezza. Si tratterà – osserva Giorgio Oppi, che non trascura di ricordare il silenzio dell’assessore Arru alle richieste di delucidazioni sollecitate in aula da lui e altri consiglieri – di vedere la funzionalità finale della struttura. Insomma, ci sono tanti passaggi che dovranno essere verificati sistematicamente e puntualmente. La popolazione dovrà essere puntualmente informata».
Ora la parola passa alla Commissione, che lascia il Mater con in mano il dossier di un servizio sanitario presentato a Olbia, alla Gallura e alla Sardegna con impegni politici enfatici ma che ancora deve prendere definitivamente corpo. «Intanto – constata il presidente della Commissione Raimondo Perra – questa visita è stata importante alla luce della discussione che la Commissione sta facendo sulla rete ospedaliera».
Ci sono ancora tanti conti da fare, non solo astratti. Al sopralluogo c’era anche la Commissione consiliare d’inchiesta sull’efficienza del sistema sanitario regionale e sull’adeguatezza dei suoi costi (così ne definisce il mandato il decreto istitutivo del 2015) presieduta da Attilio Dedoni, che nelle valutazioni politiche in aula non è mai stato tenero nei confronti del governo e dell’assessore alla Sanità per le scelte fatte.
©RIPRODUZIONE RISERVATA