La Nuova Sardegna

Olbia

La storica edicola salva fino a settembre 

di Serena Lullia
La storica edicola salva fino a settembre 

Le ruspe agli ordini del sindaco Nizzi fanno dietrofront. Ore ad alta tensione, poi ok alla proroga di 3 mesi per il trasloco

15 giugno 2017
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OLBIA. Lo sguardo fiero, nella voce nessun segno di esitazione. Come una leonessa ha difeso la sua edicola e ha tenuto testa a re Settimo. La signora Margherita Spano non si è fatta intimorire dall’annuncio dell’arrivo delle ruspe del primo cittadino, né dal sole che picchiava a 30 gradi. E insieme alla figlia Paola ha portato a casa quel risultato di buon senso per cui tutta la città faceva il tifo. Lo storico chiosco al fianco del Comune non verrà raso al suolo dalle ruspe, almeno fino al 15 settembre. Concessa la proroga di tre mesi per consentire alla famiglia Ambrosino di pianificare il trasloco. Ma il provvedimento non è solo una grazia di re Settimo. C’è dietro anche una diffida dei legali degli Ambrosino al Comune arrivata nella notte e un intervento della prefettura.

Mattinata calda. Il sole cuoce le teste già alle 7. Paola e Margherita sono sul posto di lavoro come ogni mattina. Non hanno nessuna intenzione di retrocedere davanti alle ruspe. Alle 8,30 in via Principe Umberto sfilano le auto della polizia locale. Quattro mezzi più due motociclisti. Schieramento di forze antiguerriglia, da operazione anticrimine. C’è un silenzio surreale mentre i mezzi parcheggiano nel piazzale del municipio. Qualche minuto di consultazione e i vigili cominciano a transennare l’edicola, a destra e sinistra. Preparano il corridoio per l’arrivo della ruspa. Davanti è un via vai di persone. C’è chi compra il giornale, chi porta la solidarietà alle edicolanti. Semplici cittadini rimasti colpiti dalla storia del chiosco che il sindaco non vuole perché brutto. Arrivano i consiglieri di opposizione del Pd e del Movimento 5 stelle. I minuti passano. In supporto ai vigili arriva un’auto della polizia. Gli occhi restano puntati sui due angoli della strada, in attesa di vedere la benna della ruspa.

La versione di Paola. «Non abbiamo chiesto più tempo per gusto o per sfida – spiega Paola Ambrosino, titolare dell’edicola –, ma perché serve tempo per fare un progetto e soldi per un chiosco nuovo e moderno come ci viene imposto dal Comune. I finanziamenti non arrivano dall’oggi al domani. Abbiamo chiesto solo un po’ più di tempo. Non è vero che non vogliamo spostarci». Verso le 10, dopo il colloquio con una delegazione di consiglieri di opposizione, il sindaco Nizzi si presenta davanti all’edicola, scortato dalla polizia locale. Ad aspettarlo un pacifico sit-in .

Botta e risposta. L’esordio non fa ben sperare. «Noi rimuoviamo tutto – dice Nizzi alla signora Margherita –, per un motivo molto semplice. Abbiamo fatto le cose secondo la legge. Vi ho avvisato a luglio dello scorso anno. Abbiamo scelto due aree alternative e abbiamo aspettato fino a gennaio, poi altri sei mesi. Voi non avete il diritto di stare qui, questa non è casa vostra». Affilata la replica della signora Margherita. «Ma manco questa è casa tua. Il Comune è casa di tutti». «Io sono il sindaco, tu mi devi rispettare e mi devi abbassare le voci. O avete un atteggiamento tranquillo o sto dando ordine alla ditta di rimuovere tutto». Nessuna esitazione da parte della vedova Ambrosino. «Sei cattivo, tu devi spiegare il perché tutta questa cattiveria. Stai facendo rispettare solo le leggi che piacciono a te». Poi l’armistizio. «Se firmate nero su bianco che il 15 settembre alle 8 qui non c’è più nulla, mando indietro le ruspe». Dopo mezz’ora la firma di Paola Ambrosino sigla l’impegno a rispettare la proroga. L’edicola è salva.



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