La Nuova Sardegna

Olbia

Don Sini: «I miei trent’anni da esorcista» 

Don Sini: «I miei trent’anni da esorcista» 

Il sacerdote parla del suo ultimo libro scritto con Pasquale Demurtas: un messaggio di speranza

16 giugno 2017
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OLBIA. «Un giorno di mi chiamò al telefono una donna da Perugia. Mi disse di essere musulmana e di aver bisogno di un esorcismo. La ascoltai, poi le suggerii di andare dall’Imam. Lei mi ascoltò, ma lo stesso Imam, dopo la prima preghiera in arab,o si tirò subito indietro. Vide la donna contorcersi, strisciare e gridare e allora lui disse: “Questo diavolo per me è troppo forte, vai da un sacerdote».

Le parole di don Gianni Sini hanno fatto sorridere il pubblico presente in chiesa. E un sorriso, in qualche modo unito a un forte messaggio di speranza, il parroco lo ha dato anche alla fine dell’incontro.

«Abbiamo sentito il racconto di Vaiasuso - ha detto don Sini -, ma ci sono tantissime altre persone che sono state possedute dal diavolo e che hanno vissuto momenti devastanti. Ma alla fine Dio è onnipotente e il bene prevale sempre sul male».

Don Gianni Sini con “In viagio con l’esorcista” è arrivato al sesto libro. Ma stavolta ha avuto un co-autore: Pasquale Demurtas, sassarese, ex consigliere e assessore di Ploaghe.

«Sono stato colpito da don Sini, un personaggio dal carisma unico. E così ho deciso di fare questo viaggio con lui - ha detto Demurtas -. Dopo aver metabolizzato i timori che in molti hanno su questo argomento, ogni mio dubbio è scomparso e tutti i concetti astratti si sono trasformati in realtà definiite. Le testimonianze che si trovano nel libro riguardano casi realmente accaduti che hanno coinvolto bambini o persone anziane. Ma quel che conta davvero è che alla fine, dopo tanta sofferenza, arrivano la liberazione e la serenità».

Don Gianni Sini è al trentesimo anno dal primo incontro con il diavolo.

«Ho cominciato da giovane - racconta il parroco della Salette - e il primo esorcismo l’ho fatto su una ragazzina di quattordici anni. Aveva interessi verso il mistero, si faceva segni sul corpo, le amiche notavano le sue stranezze nei momenti di gioco. La sua famiglia, allora, decise di contattarmi, ma io ancora non avevo l’autorizzazione per fare l’esorcismo. Il vescovo Meloni, all’epoca, decise di prendere tempo e io allora mi rivolsi a lui e gli dissi: “Eccellenza, lo faccia lei”. E lui rispose: “No, fallo tu. E io ti seguirò con la preghiera”. Da quel momento don Gianni ha guarito persone possedute in tutta la Sardegna «anche se oggi i tempi per arrivare a una liberazione sono sempre più lunghi. E per molte, come è accaduto a Vaiasuso, ci vogliono anni e anni. In questo libro che ho scritto con Demurtas ci sono tanti racconti, ma di sicuro c’è una nuova conclusione. Del diavolo, adesso, si occupano anche le aule dei tribunali. Vorrei ricordare il caso di una donna di Milano, accusata dal marito del naufragio del loro matrimonio. La donna si è difesa anche con l’aiuto di un esorcista e diversi medici hanno confermato davanti ai giudici di aver assistito a fenomeni che la scienza non può spiegare. E così, quella donna, non è stata punita». Durante l’incontro si è esibito il coro Lorenzo Perosi,di Olbia che sabato sera è stato diretto da Maria Grazia Garau. (s.p.)

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