La crisi di Ganau, Pci contro i sindaci
di Angelo Mavuli
Duro comunicato del partito sull’ipotesi licenziamenti «Sul sughero i primi cittadini galluresi si mobilitino»
27 giugno 2017
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TEMPIO. «La vertenza dei lavoratori del sugherificio Ganau non è e non deve essere considerata come un fatto isolato. E' invece la punta dell’iceberg di una crisi profonda che da tempo attanaglia il territorio gallurese e tutta la Sardegna e che come tale deve essere portato all’attenzione anche dei tavoli romani. Troppo spesso prodighi di promesse a parole ma subito dopo totalmente assenti nei fatti e nella realtà locale. Sempre più difficile anche a causa della mancate promesse e degli impegni solenni, assunti in formali dibattiti e “importanti” convegni sistematicamente disattesi». Ad affermarlo da Roma è il Pci, convocato con tutti i suoi quadri per celebrare un anno della sua nascita e per l’esame di un difficile programma socio-economico sempre in itinere e nel quale il tema sughero, grazie anche ai suoi delegati sardi, ha trovato in questo momento un posto precipuo.
«Come Pci - è scritto in un comunicato - crediamo che questa crisi debba avere valenza nazionale, anche se la lavorazione del sughero avviene solo nel nostro territorio. Il Pci nello schierarsi a fianco dei lavoratori, ribadisce un non deciso ai licenziamenti in atto e per i quali la proprietà ha rifiutato qualunque tipo di trattativa. Non si può accettare che a pagare le sue scelte fallimentari siano i lavoratori, e ancor peggio è inaccettabile che soldi pubblici ricevuti dall'azienda siano utilizzati per ristrutturare debiti con le banche o per salvaguardare la proprietà padronale. Pare anche superfluo ricordare alla Regione, su questo versante, il dovere, non solo morale ma anche legale e pratico di monitorare e soprattutto vigilare come i benefici economici erogati siano stati utilizzati e quanto di questi benefici siano serviti per la salvaguardia di tutti i posti di lavoro a oggi esistenti e per il rilancio della filiera produttiva di qualità».
Il Pci infine non può dimenticare che in una recente manifestazione delle maestranze i sindaci del territorio hanno ignorato la vertenza come se la stessa fosse un fatto personale da discutere solo fra proprietà ed operai e non interessasse, invece, tutto il territorio. «Ai sindaci del territorio - è scritto ancora nel comunicato - chiediamo quindi che si facciano loro stessi promotori di iniziative per ottenere il riconoscimento dello stato di crisi e la predisposizione di un piano di tutela per un settore che costituisce una ricchezza economica per la Gallura e per l’intera Isola».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Come Pci - è scritto in un comunicato - crediamo che questa crisi debba avere valenza nazionale, anche se la lavorazione del sughero avviene solo nel nostro territorio. Il Pci nello schierarsi a fianco dei lavoratori, ribadisce un non deciso ai licenziamenti in atto e per i quali la proprietà ha rifiutato qualunque tipo di trattativa. Non si può accettare che a pagare le sue scelte fallimentari siano i lavoratori, e ancor peggio è inaccettabile che soldi pubblici ricevuti dall'azienda siano utilizzati per ristrutturare debiti con le banche o per salvaguardare la proprietà padronale. Pare anche superfluo ricordare alla Regione, su questo versante, il dovere, non solo morale ma anche legale e pratico di monitorare e soprattutto vigilare come i benefici economici erogati siano stati utilizzati e quanto di questi benefici siano serviti per la salvaguardia di tutti i posti di lavoro a oggi esistenti e per il rilancio della filiera produttiva di qualità».
Il Pci infine non può dimenticare che in una recente manifestazione delle maestranze i sindaci del territorio hanno ignorato la vertenza come se la stessa fosse un fatto personale da discutere solo fra proprietà ed operai e non interessasse, invece, tutto il territorio. «Ai sindaci del territorio - è scritto ancora nel comunicato - chiediamo quindi che si facciano loro stessi promotori di iniziative per ottenere il riconoscimento dello stato di crisi e la predisposizione di un piano di tutela per un settore che costituisce una ricchezza economica per la Gallura e per l’intera Isola».
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