Biancareddu duro: «Ganau, io in campo e la sinistra assente»
di Angelo Mavuli
Il sindaco replica alle accuse sui 79 possibili licenziamenti «Ho fatto tanti incontri, città è distrutta proprio dal Pd»
28 giugno 2017
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TEMPIO. «Marinai imbelli ed incapaci che sulla barca, nel mare in tempesta, bisticciano violentemente fra loro nella scelta del colore della ciambella di salvataggio da lanciare a chi rischia di affogare». Andrea Biancareddu - accusato dai circoli tempiesi del Pd, di Sinistra Italiana e dai gruppi consiliari di Tempio Libera e Democratica e Ripensare Tempio di essere «l’unico assente nella lotta e nella difesa dei 79 lavoratori licenziati dal sugherificio Ganau» - ricorre ad una immagine marinaresca durante una conferenza stampa, tenutasi nel primo pomeriggio di ieri, per difendere, dice, il «suo lavoro e la sua attenta opera di mediazione disconosciuta da taluni nella difficilissima vertenza Ganau».
Impegno costante. «A parte gli incontri a Tempio, con i lavoratori e con i singoli, sempre liberi di venire a trovarmi, con gli stessi schieramenti politici che mi accusano e con i sindacati - ha detto il sindaco di Tempio - sono andato a Cagliari solo ed esclusivamente per parlare in Regione delle vertenza Ganau almeno sette volte. Ho incontrato i competenti assessori regionali, i loro direttori generali, i massimi responsabili della Cgil e della Cisl, il direttore generale dell’Agenzia del lavoro e il presidente alle attività produttive. Su mia iniziativa e con l’aiuto del legale del Comune ho inviato a Giorgi Oppi il testo di una interrogazione, che, unico politico regionale a farla sua, l’ha presentata in Consiglio. Assieme a Luigi Lotto, presidente della commissione regionale consiliare delle attività produttive, sto studiando l’applicabilità dell’articolo 6 della finanziaria che, una volta rimpinguato da parte del consiglio regionale, potrebbe consentire un primo significativo intervento. Ho portato la vertenza Ganau all’attenzione dell’Anci regionale- ha detto ancora il sindaco - e costantemente sono in contatto con i consiglieri regionali del nostro territorio: Giuseppe Meloni, Giovanni Satta, Giuseppe Fasolino e Pier Franco Zanchetta».
Accuse disconosciute. «Le accuse nei miei confronti dei circoli tempiesi del Pd, di Sinistra Italiana e dei gruppi consiliari di Tempio libera e democratica e Ripensare Tempio (che a quanto mi consta si sono divisi profondamente sul comunicato al punto che qualcuno lo ha già disconosciuto) mi hanno profondamente amareggiato come uomo e come politico», ha continuato il sindaco. L’attacco più velenoso di Biancareddu arriva con le battute finali. «Forse però hanno ragione coloro che mi accusano: ho sbagliato gli interlocutori regionali - ha detto ironicamente -. Per risolvere il problema Ganau, infatti, mi sarei dovuto rivolgere a quelle persone loro amiche che oggi governano la Regione. Le stesse che nel 2015 portarono in campagna elettorale a Tempio e che fecero perdere loro le elezioni comunali. Quelle stesse persone loro amiche che oggi stanno annientando l’ospedale Paolo Dettori».
Impegno costante. «A parte gli incontri a Tempio, con i lavoratori e con i singoli, sempre liberi di venire a trovarmi, con gli stessi schieramenti politici che mi accusano e con i sindacati - ha detto il sindaco di Tempio - sono andato a Cagliari solo ed esclusivamente per parlare in Regione delle vertenza Ganau almeno sette volte. Ho incontrato i competenti assessori regionali, i loro direttori generali, i massimi responsabili della Cgil e della Cisl, il direttore generale dell’Agenzia del lavoro e il presidente alle attività produttive. Su mia iniziativa e con l’aiuto del legale del Comune ho inviato a Giorgi Oppi il testo di una interrogazione, che, unico politico regionale a farla sua, l’ha presentata in Consiglio. Assieme a Luigi Lotto, presidente della commissione regionale consiliare delle attività produttive, sto studiando l’applicabilità dell’articolo 6 della finanziaria che, una volta rimpinguato da parte del consiglio regionale, potrebbe consentire un primo significativo intervento. Ho portato la vertenza Ganau all’attenzione dell’Anci regionale- ha detto ancora il sindaco - e costantemente sono in contatto con i consiglieri regionali del nostro territorio: Giuseppe Meloni, Giovanni Satta, Giuseppe Fasolino e Pier Franco Zanchetta».
Accuse disconosciute. «Le accuse nei miei confronti dei circoli tempiesi del Pd, di Sinistra Italiana e dei gruppi consiliari di Tempio libera e democratica e Ripensare Tempio (che a quanto mi consta si sono divisi profondamente sul comunicato al punto che qualcuno lo ha già disconosciuto) mi hanno profondamente amareggiato come uomo e come politico», ha continuato il sindaco. L’attacco più velenoso di Biancareddu arriva con le battute finali. «Forse però hanno ragione coloro che mi accusano: ho sbagliato gli interlocutori regionali - ha detto ironicamente -. Per risolvere il problema Ganau, infatti, mi sarei dovuto rivolgere a quelle persone loro amiche che oggi governano la Regione. Le stesse che nel 2015 portarono in campagna elettorale a Tempio e che fecero perdere loro le elezioni comunali. Quelle stesse persone loro amiche che oggi stanno annientando l’ospedale Paolo Dettori».