Furto nella chiesetta banda di ladri ruba i soldi delle offerte
di Angelo Mavuli
Colpo notturno nella sacrestia dell’Immacolata Concezione Sfondato un muro per portare via la cassetta con il denaro
29 giugno 2017
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TEMPIO. La chiesetta dell’Immacolata Concezione, posta all’interno di una pineta alla periferia della città fra le statali Tempio-Palau da una parte e Tempio-Sassari dall’altra, è stata presa di mira, nella notte fra martedì e mercoledì, da ignoti ladri che dopo avere sfondato facilmente la porta dell’ingresso principale e la porta laterale della piccola sacristia, hanno letteralmente divelto, da un muro laterale della navata, una piccola cassetta per le offerte. A rendersi conto di quanto era accaduto è stata l’incaricata dell’apertura della chiesa che ha immediatamente avvertito monsignor Giovanni Maria Pittorru, parroco di San Giuseppe, parrocchia dalla quale la chiesetta dipende. Sul posto sono giunti anche i carabinieri della compagnia di Tempio che hanno effettuato i rilievi del caso. La notizia, subito diramatasi, oltre che aumentare nella gente la preoccupazione per il ripetersi sempre più frequente di furti in appartamento, ha destato sdegno profondo per la profanazione di un luogo sacro molto amato dalla città. La chiesa della Concezione infatti, frequentatissima a maggio durante il Mese Mariano, è visitata anche in altri periodi dell’anno. Con attorno un piccolo parco ben curato da alcuni giovani volontari e ben tenuta all’interno da pie donne della parrocchia di San Giuseppe, la chiesa viene scelta molto spesso da giovani coppie per celebrare il loro matrimonio. La cassetta divelta, si trovava al centro sulla parete destra della navata, con a fianco il contenitore in metallo dei lumicini che i fedeli accendono in segno di devozione alla Vergine. Quantificare la somma rubata è difficile anche perché non sempre l’offerta è accompagnata dall’accensione del lumicino. La cifra dovrebbe comunque essere irrisoria. A suscitare sdegno non è quindi il danno materiale irrisorio o meno quanto piuttosto, come già detto, profanazione del luogo e la possibilità, neanche tanto remota che i pochi spiccioli possano non servire sicuramente per sfamarsi ma per alimentare altre necessità di cui si potrebbe sicuramente fare a meno per mille ragioni. «Se chi ha rubato - dicono alcuni fedeli -, lo avesse fatto per sfamarsi, avrebbe fatto prima a rivolgersi alla Caritas della quale monsignor Giovanni Maria Pittorru è il responsabile».