La Nuova Sardegna

Olbia

Ganau, arriva un no al referendum 

Ganau, arriva un no al referendum 

Sinistra Italiana boccia l’idea di Cgil e Cisl: si scatenerebbe una guerra tra poveri

06 luglio 2017
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TEMPIO. Con comunicato stampa la sezione tempiese di Sinistra Italiana boccia l’idea sindacale di un referendum per dirimere la vertenza Ganau, proposta lunedì durante un incontro dalla Filca Cisl e dalla Fillea Cgil. «La proposta di un referendum - scrive Sinistra Italiana - è inaccettabile. Errata politicamente e socialmente oltre che carica di future pericolose conseguenze per lo stesso sistema sindacale». Sinistra Italiana, invece, agli stessi sindacati chiede di «non firmare alcun accordo con un “padronato” che si è dimostrato sordo e cieco alle necessità della parte più debole della fabbrica costituita dagli operai». Dinanzi ai due fronti, quello dei sindacati, disposti a recarsi a Canossa, accettando le condizioni dei Ganau e quello degli operai che rivendicano invece i loro diritti, la sezione tempiese di Sinistra Italiana, (così come ha già fatto il Fiu nell’immediatezza dell’evento, lunedì scorso ndc), non ha nessuna esitazione e si schiera a difesa degli operai.

«Sinistra Italiana - prosegue la nota - esprime viva preoccupazione per la l’intenzione dei sindacati di voler indire un referendum fra i lavoratori del sugherificio Ganau inerente il ridimensionamento degli organici della fabbrica. A quanto emerge, si tratterebbe di una consultazione rivolta alla totalità degli addetti, chiamati ad esprimersi sull’opportunità o meno di procedere al licenziamento di 79 operai. Una chiara intenzione di scaricare sugli operai le responsabilità che sono invece addebitabili interamente all’azienda, chiamando tutti i lavoratori (licenziati e non) a scegliere su una lista di licenziati già conosciuta. Il referendum appare pertanto una falsa forma di gestione democratica della crisi della fabbrica in quanto l’esito della consultazione appare scontato. Risulta evidente il tentativo padronale di scatenare una guerra tra poveri che non ha altra conseguenza che quella di inasprire gli animi mettendo gli operai uno contro l’altro attraverso una consultazione referendaria inutile e dannosa che lascia irrisolto il destino dei licenziati. Il tutto mentre l’azienda continua a non presentare un piano aziendale se non quello di una ristrutturazione “strategica-produttivo-finanziaria” feroce e senza sbocchi che rifiuta qualsiasi altra soluzione che dia dignità ai lavoratori». Sinistra Italiana si dice «perplessa anche dall’atteggiamento della Confindustria, che non ha provveduto ad alcuna iniziativa e nulla dice in merito a scelte che danneggiano seriamente il settore del sughero riportandolo indietro di un secolo. Chi può farlo - conclude Sinistra Italiana - convochi un immediato incontro tra Comuni, Provincia, Regione, mondo delle imprese del settore e organizzazioni sindacali per procedere a un esame approfondito sul futuro del territorio». (a.m.)



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