La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, tassa di soggiorno: gli albergatori sul piede di guerra

di Tiziana Simula
Olbia, tassa di soggiorno: gli albergatori sul piede di guerra

Gli operatori contestano l’imposta applicata dal Comune «Modifiche al regolamento senza essere coinvolti»

29 luglio 2017
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OLBIA. No alla tassa di soggiorno, «inutile e dannosa». All’indomani dell’annuncio del Comune sull’applicazione dal 1 novembre del balzello sulle vacanze, gli albergatori partono all’attacco, mettendo subito in chiaro «la propria netta contrarietà», all’imposta. Un no non nuovo, considerato che, come ricordano gli stessi rappresentanti di Federalbeghi Gallura, proprio Settimo Nizzi e Marco Balata in campagna elettorale, quando entrambi erano candidati alla carica di sindaco, si erano impegnati davanti alla categoria a non applicare l’imposta, firmando un documento.

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Gli operatori bocciano il balzello e soprattutto contestano il fatto di non essere stati interpellati per discutere e concordare insieme a loro l’imposta a carico dei turisti, «anche perché – spiegano il presidente dell’Associazione albergatori Olbia, Fabio Fiori, e la vice presidente di Federalberghi Gallura Ramona Cherchi – sono state apportate alcune modifiche al regolamento concordato con l’amministrazione Giovannelli, frutto di settimane intense di incontri».

L’imposta secondo Nizzi. La tassa di soggiorno sarà applicata a partire dal 1 novembre. Il Comune prevede di incassare 2 milioni di euro l’anno, soldi che saranno reinvestiti per incrementare i servizi turistici. Verrà pagata dai turisti direttamente alle strutture ricettive che poi gireranno i proventi al Comune. Si pagherà dai 3 euro nei 5 stelle a 1 euro nei campeggi.

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Tassa d’inverno. Gli albergatori contestano innanzitutto il periodo di applicazione, dal 1 novembre al 31 marzo. Una tassa d’inverno, in pratica. «Mesi in cui la maggior parte degli alberghi chiude, soprattutto quelli più grandi, e i pochi che rimangono aperti applicano tariffe bassissime. I clienti sono praticamente tutti sardi, gente che lavora. Con la tassa del turismo stiamo tassando sardi che lavorano», spiegano ancora Fabio Fiori e Ramona Cherchi. Si tassa sul turismo in un periodo in cui non si può incassare anziché farlo dal 1 aprile al 31 ottobre, così come previsto nel regolamento varato dalla precedente amministrazione, «mesi in cui di registra il 93- 95% del fatturato di tutto l’anno».

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Cancellato anche l’accordo sull’abolizione dell’imposta per gli over 65. Ma gli operatori contestano soprattutto il fatto che «la tassa ricadrà esclusivamente sulla ricettività alberghiera ufficiale e non su tutte le strutture con posti letto (affitta camere, seconde case, B&B, ad esempio). L’amministrazione non ha gli strumenti per controllare e far applicare l’imposta a tutti. Quindi, alla fine, pagherà solo il turismo alberghiero». Gli albergatori peraltro si ritroveranno a fare gli esattori per conto del Comune (dovranno rendicontare trimestralmente), e ciò senza neppure essere stati interpellati. «Noi sappiamo cosa vogliono i turisti, di cosa si lamentano, e invece non veniamo neppure ascoltati».

Pronte le modifiche. La categoria ribadisce il proprio no, ma è pronta al confronto. Confcommercio e Federalberghi Gallura fanno sapere che stanno lavorando «ad una serie di modifiche e integrazioni al regolamento che rendano l’odiato “balzello” più sopportabile da parte degli operatori interessati. Nei prossimi giorni l’associazione inizierà una serie di confronti con gli operatori e l’amministrazione per comprendere nel dettaglio la proposta operativa relativa all’imposta».


 

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