La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, la tomba è già pagata ma tumulare l’urna costa 600 euro in più

di Dario Budroni
Olbia, la tomba è già pagata ma tumulare l’urna costa 600 euro in più

I fratelli Petta da 9 mesi hanno a casa le ceneri della madre e accusano il comune di speculare sui morti

07 agosto 2017
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OLBIA. La tomba era stata acquistata 43 anni fa. Ma adesso, per custodirci le ceneri di chi quel loculo lo aveva comprato, bisogna sborsare altri 550 euro. Nina e Ignazio Petta sono fratello e sorella e non accettano di dover pagare una tassa che ritengono ingiusta. La storia riaccende ogni giorno il loro dolore. «Nostra madre aveva acquistato un loculo ben 43 anni fa – raccontano –. Lì dentro, però, è stato seppellito prima nostro fratello, che è morto prima. Nostra madre, invece, è scomparsa a novembre. Avevamo deciso di cremarla per farla riposare insieme al figlio, nella stessa tomba. Ma dopo mesi di attesa, abbiamo scoperto che c’è da pagare una nuova tassa di 550 euro». Nina e Ignazio Petta non fanno troppi giri di parole: «Questa è una speculazione sui morti, è da novembre che conserviamo in casa l’urna con le ceneri di nostra madre».

La lunga attesa. La mamma dei fratelli Petta è scomparsa nel novembre del 2016, nove mesi fa. «Avevamo deciso di metterla nel suo loculo, nel cimitero di via Roma, dove purtroppo da tempo è sepolto nostro fratello – raccontano –. Dopo la cremazione ci avevano detto di aspettare perché prima avrebbero dovuto approvare il regolamento del cimitero». Lo scorso giugno, durante una seduta dedicata al bilancio consuntivo 2016, in consiglio comunale era piombata la questione cimitero. Il presidente del consiglio Giampiero Mura aveva spiegato che erano emerse alcune problematiche interpretative sugli articoli 83 e 90 del Regolamento comunale di polizia mortuaria e che era dunque necessario «definire un’applicazione chiara».

E quindi la spiacevole novità: in un loculo o in una tomba di famiglia, oltre al feretro indicato nel contratto di concessione, è possibile tumulare cassette o urne cinerarie a un costo di 550 euro, mentre prima il servizio era gratuito. «Abbiamo aspettato tutti questi mesi, con l’urna conservata in casa, e poi ci hanno riservato questa fregatura» commenta Ignazio Petta. «La tassa è di 550 euro, ma in tutto dovremmo pagare 699 euro, visto che sono compresi i costi dell’intervento – continua la sorella –. È giusto pagare la manodopera, ma quel vergognoso balzello proprio non lo accettiamo».

Inutile protesta. Nina e Ignazio Petta non sanno più a chi rivolgersi. Come è ovvio che sia, pretendono una degna sepoltura per la loro mamma, nel loculo acquistato 43 anni fa nel cimitero di via Roma, gestito dall’Asco. «Questa è una cosa che sta accadendo a tante altre persone – dicono –. Ci siamo rivolti un po’ a tutti, ma non riusciamo a ricevere una risposta. Più volte abbiamo chiesto in municipio di incontrare il sindaco Settimo Nizzi. Niente da fare, non riusciamo neanche a incontrarlo».

Bagarre in consiglio. Quando la novità era arrivata in Consiglio comunale, tra i banchi delle opposizioni di centrosinistra e del M5s era scattata la rivolta. «Con un atto mascherato da interpretazione autentica, il consiglio introduce nuove tariffe per servizi già previsti ma a costo zero. State mettendo ancora una volta le mani nelle tasche degli olbiesi» aveva attaccato Carlo Careddu (Pd), mentre la maggioranza aveva difeso la scelta votando sì al provvedimento.
 

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