La Nuova Sardegna

Olbia

Arzachena, in sicurezza il ponte a Lu Mulinu

di Walkiria Baldinelli
Arzachena, in sicurezza il ponte a Lu Mulinu

Grazie a un finanziamento della Regione sarà ampliato per aumentare la portata Durante le alluvioni del 2013 e 2015 mostrò tutta la sua pericolosità

23 agosto 2017
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ARZACHENA. Il ponte che attraversa il rio San Giovanni lungo la circonvallazione a ovest della rotatoria per Porto Cervo sarà messo in sicurezza. Osservato speciale durante l'alluvione dell’ ottobre 2015 e del ciclone Cleopatra nel novembre 2013, sarà sottoposto a un nuovo intervento di ampliamento e mitigazione da 1 milione di euro.

Il finanziamento. La somma è stanziata dalla Regione. Determinante un incontro a Cagliari tra il sindaco Roberto Ragnedda, l'assessore Fabio Fresi, il dirigente Libero Meloni e l'ingegner Marco Cherchi della direzione generale servizio opere idriche e idrogeologiche dell'assessorato regionale ai Lavori pubblici. «Il Comune negli anni scorsi aveva effettuato interventi di mitigazione su altri fiumi e aree colpite dalle alluvioni – spiega Fresi –, per i quali avrebbe ottenuto dalla Regione un rimborso di 400mila euro. Invece, abbiamo chiesto e c'è stata concessa, un'integrazione del finanziamento di ulteriori 600mila euro per la mitigazione del rischio idrogeologico e per gli interventi di adeguamento del ponte sul rio San Giovanni».

Osservato speciale. Il ponte in località Lu Mulinu, costruito vent'anni fa, nel tempo è divenuto un pericoloso tappo che ostacola il deflusso delle acque. Sotto scorre il rio San Giovanni. Anche dopo l'alluvione del primo ottobre 2015 la struttura era finita sotto la lente di ingrandimento dell'ex amministrazione comunale e di tecnici incaricati da alcuni cittadini e imprenditori. L'area è inserita tra quelle a rischio idrogeologico dal 2011. All'epoca il ponte fu costruito secondo le norme, ma negli ultimi anni, con i ripetuti cicli di pioggia torrenziale la struttura non ha retto i violenti passaggi dei cicloni. Il rio San Giovanni, gonfio d'acqua, tre volte negli ultimi dieci anni ha rotto gli argini invadendo terreni circostanti, abitazioni e aziende.

Il progetto. «Analisi tecniche hanno evidenziato l'incapacità di deflusso del corso d'acqua rapportata ai valori di piena prevedibili nei prossimi 50 anni – dice Fresi –, in linea con dati e calcoli del Piano stralcio delle fasce fluviali (Psff), il documento cioè di pianificazione che stabilisce cosa si può fare e cosa è vietato nelle aree a ridosso dei fiumi e dei corsi d'acqua. In sostanza, il ponte non risulta in grado di smaltire le portate di piena ipotizzabili, anche perché a valle un manufatto in cemento armato che sorregge l'attraversamento di una condotta di notevole dimensione ostruisce parzialmente il rio. Quindi occorre aumentare la capacità di deflusso, ritenuta critica, attraverso la modifica del ponte. Sarà realizzata una terza campata. Il Comune a breve avvierà l'iter realizzare l’ opera».



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